Prima media e molti centimetri in meno rispetto ai compagni.
Ma ognuno ha i suoi problemi, si sa, le sue differenze da superare.
Anche mia figlia non è mai stata alta ma, dalla sua, ha sempre avuto una forte autostima o forse, semplicemente un forte orgoglio che mi ha spesso tenuta alla larga dalle sue questioni. Fratello e sorella, diversi, come dev’essere e di conseguenza il modo di trattarli.
Lei, dal secondo giorno di scuola non vedeva l’ora di andarci da sola, lui ha paura di esser portato via. Quindi hanno fatto il viaggio insieme per qualche volta ma l’incantesimo si è rotto in fretta.
Volendo non avrei nessun problema ad accompagnarlo in macchina come ho sempre fatto ma adesso le cose devono cambiare. Devo aiutarlo a crescere.
Così, cercando un compromesso, ho deciso di accompagnarlo a piedi per insegnargli bene senza dover per forza dipendere da qualcuno, come muoversi nel tragitto, che dista circa un chilometro, da casa a scuola. Ma lui è sveglio e anzi, mi ha suggerito alternative intelligenti. Quindi al mattino camminiamo insieme e mi racconta qualcosa di questi primi giorni di scuola. Sembra attento a quello che accade in classe ma non è contento perché non ha trovato un amico. E a quest’età l’amicizia è tutto per loro, è la molla che li fa scattare, ingranare. E si sente piccolo, basso. Gli hanno chiesto se è in terza elementare e in vari lo prendono in giro. Io continuo a ripetergli che capisco il suo disagio perché un pochino l‘ho provato anch’io.
“Il brutto anatroccolo è diventato poi un cigno” ma lui si arrabbia quando glielo dico.
Allora provo a spiegargli che questa piccola sofferenza lo aiuterà a crescere.
L’altra mattina lo osservavo mentre vagava perso tra i ragazzini, cercando qualcuno.
Un’altra volta seguiva il suo idolo che è il doppio di lui e lo considera a malapena.Ieri, al ritorno, ha voluto fare un pezzo di strada da solo ed io mi sono fermata al supermercato tra la contentezza e la paura.
L’equilibrio è la posizione più difficile e cerco sempre di ascoltarlo senza mettermi al suo posto con mille consigli, di capirlo senza trattarlo da vittima, di aiutarlo senza sostituirmi a lui.
Però quando lo guardo in mezzo alla folla dei suoi coetanei cerco di non farmi vedere perché il mio sguardo intenerito parla più delle parole.