L’altro giorno siamo uscite in uno dei nostri giri da shopping. Cercavamo solo un cavetto che poi alla fine non abbiamo trovato. Così dalla Comet siamo finite al Centronova e il giro si è allargato a qualche altro negozio. Poi siamo finite dentro all’ipermercato e io mi sono fermata a guardare l’angolo del cucito. Sulla parete c’era esposto un piccolo puntaspilli rosso a forma di pomodoro. Ecco. Lei l’ha staccato e mi ha detto: “Te lo regalo io!”. E io mi sono sentita felice, molto felice perché in quel pomodoro c’era la sua approvazione per quello che faccio o perlomeno per quello che cerco di fare. Perché sembra che dopo una certa età reinventarsi sia una follia, un lusso, un capriccio. Invece no. Anzi, proprio in questi tempi di continui cambiamenti e incertezze, credo che “cercare” sia la miglior soluzione. E allora magari da me non avrà imparato chissà quali concetti culturali, né avrà ammirato una persona in carriera, né trasmesso chissà quale arte ma, certamente, qualcosa di diverso.
Ci sono giorni in cui mi sento ridicola, sola, illusa ma, per fortuna, basta poco e ci riprovo, testarda e determinata a non ingrigire nell’apatìa.