Ero sola ma mi bastavo, considerando le tante sensazioni che dovevo gestire. Il timore di essere inadeguata, la curiosità di ascoltare la conferenza, la preoccupazione di non riuscire a parlargli, la paura di maledirmi per aver sbagliato qualcosa. Tutta questa roba mica per uno a caso ma per l’illustre Pupi Avati. Col fratello Antonio avrebbe tenuto una conferenza, proprio nella stessa sala dove, pochi giorni, fa ho scoperto un mio piccolo contributo per la mostra di Bologna Experience.  Seduta in seconda fila avevo tutti i sensi spalancati per non perdere nemmeno un battito i ciglia di quella occasione irripetibile. Quindi ho assaporato ogni parola, ogni aneddoto e ogni sfumatura dei due fratelli Avati che raccontavano di Bologna la provinciale, di film e attori, di invenzioni e realtà tra una melanzana di Pasolini e un risotto di Giulietta Masina. E mentre Pupi si alzava in piedi, il fratello da seduto rispondeva, con una stima reciproca invidiabile. E poi gli ultimi due minuti e quaranta, Pupi ha lasciato un contributo sull’esperienza della vita ed io vedevo perfettamente davanti a me quello che diceva, come se in quel momento facesse la regia della mia immaginazione. E più parlava più sentivo una specie di intruglio avvolto che cresceva ad ogni frase. Ma alla fine quell’involto non ci stava più dentro, soprattutto quando le parole di Pupi hanno toccato i miei sentimenti. Ha fatto un elogio alla vulnerabilità e io a quel punto avrei voluto diventare pioggia.
Al termine mentre le persone si alzavano, ho preso coraggio a quattro mani e sono andata da lui. In piedi, in disparte, ho aspettato il mio turno e quando mi ha rivolto lo sguardo, mi sono presentata come “uno degli angeli di Dancing Paradise” (il film che girò col Piccolo Coro nel 1981)

1981 - RIPRESE DANCING PARADISE 2

e lui mi ha riconosciuta visto il recente scambio di mail per la mia storia MI MU MA.
E subito mi ha parlato di Mariele e di quel film che Padre Berardo avrebbe voluto realizzare, gli ho mostrato il logo dei Vecchioni di Mariele presente anch’esso alla mostra e mentre facevamo una foto ci siamo scoperti entrambi “scorpioni”…lui del 3 ed io del 17 novembre…infine ci siamo salutati con una raccomandazione…
Nella sala accanto servivano vino e stuzzichini ma nonostante la mia golosità, non sono riuscita a rimanere. Avevo troppe cose dentro che sono riuscita a fare scivolare fuori, mescolate alla pioggia.