L’altro pomeriggio mi sono infilata in una nuova avventura, accompagnata da Zucchetta.
Insieme abbiamo partecipato ad un concertino casalingo, organizzato, grazie a Facebook, dalla mia maestra di quinta elementare.

In una bella casetta, la sua, nella periferia di paese, siamo entrate appoggiando i giubbotti in una specie di studio.
Intorno c’erano manifesti, c’erano sculture ma soprattutto si respirava un’aria diversa.
Perché subito mi sono detta che io non riuscirei ad aprire la mia casa ad ognuno anche se mi piacerebbe trasformarmi in quel genere di persona.

Entrate nella sala, c’era un buffet merenda accompagnato dal sorriso della mia maestra.
E Zucchetta era timida e silenziosa.
Eravamo circa una quarantina e l’età spaziavano.
Dopo un po’, tutti riuniti nella sua sala rustica, ci siamo seduti sulle sedie e in ogni angolo libero.
Io e Zucchetta eravamo negli ultimi due posti in fondo.
La visuale era scarsa ma la posizione perfetta per la nostra estraneità al pubblico circostante. Quindi, mi sono ben accomodata in quella bella sensazione di curiosità che precede una cosa nuova mentre Zucchetta simulava indifferenza.
Lei c’era e la sua stessa presenza parlava da sé.
Per una volta ho messo da parte le mie critiche sul cellulare e l’ho lasciata fare. E mi ha fatto sorridere vedere il suo modo di usarlo, non così distante dal mio…

Finalmente, il primo duo ha iniziato a suonare e le vibrazioni rimbalzavano sulle pelli e sulle pareti. Una chitarra ed una tastiera eseguivano brani a me sconosciuti ed altri inediti con grande scorrevolezza. Il genere ricordava quello “ambient” di alcune compilation, rilassante e frizzante insieme.
Concertino 1

Poi, durante una piccola pausa, la mia maestra ha letto lo spezzone di un testo di memorie che, a quanto ho capito, diventerà uno spettacolo.
Parlava di lei, da bambina, strappata via dalla sua amata Francia per crescere in un paese ostile. Ma come nelle favole più belle, ha trovato una persona che l’ha presa per mano e l’ha accompagnata in una vita migliore. Una maestra che le ha insegnato tante cose, un incontro fortunato. Lo stesso incontro che continuo ad invidiare a tutte le persone che hanno goduto di questa luce.

E quando mi trovo in questi luoghi pieni di persone colte, mi piacerebbe raccontargli la loro fortuna. Perché certamente io alla loro età mentre loro arricchivano la loro cultura, io vendevo vestiti. Perché incontrare qualcuno che rifletta la tua luce non è poi così scontato.
E riflettendo, io quella luce l’ho trovata, non nella letteratura ma nella musica e quella guida in Mariele che si è spenta troppo presto.

Poi è stata la volta di un altro duo che oltre agli strumenti aggiungeva la voce dal timbro particolare. Una ragazza neanche trentenne cantava pezzi autobiografici con dei testi densi.
Lì dentro credo che ognuno abbia potuto attingere qualcosa, persino Zucchetta che mi guardava con aria interrogativa!
Durante il concertino hanno suonato uno strumento che ho già
sentito dal grande Vinicio Bigliettoed una tecnica di voci sovrapposte, registrate al momento, come il folle Morgan.
E mentre connettevo questi spunti musicali mi sono ripetuta quanto sia gratificante fare esperienze nuove, intrecciarle ed ingrandirle.
Poi mi è piaciuta l’idea che hanno avuto, di distribuire ad ognuno un piccolo biglietto
arrotolato con un pensiero e di condividere su di un diario itinerante, le singole impressioni.

La Musica può contenere tante cose, emozioni, storie, significati che hanno un senso importante per la mia vita. Che sia musica per bambini, musica sacra, cover o chissà cos’altro…
Concertino 2
Alla fine del concertino, Zucchetta ha mangiato l’ultimo pezzetto di torta e ce ne siamo andate, dopo un saluto fugace.
Entrambe sazie.