Sto maturando l’idea che l’adolescenza di mia figlia stia sviluppando la mia consapevolezza.

Quella che ci si trasforma veramente in genitori, quando i figli crescono.

Non rompere

I bambini piccoli profumano di latte, sono morbidi, ti regalano sorrisi in abbondanza, ti seguono, ti ammirano e sei tutto il loro mondo. Sono faticosi ma le soddisfazioni non mancano: dalla prima dormita al cucchiaino colmo ingoiato e tutti quei piccoli e grandi traguardi condivisi.
E’ tutto naturale, legato e ti da un senso, quasi di onnipotenza.

Ma quando crescono tutto cambia, compresa l’idea che avevano di te.
Iniziano a criticare, osservare e guardarti con occhi diversi.
Scoprono i tuoi limiti, i tuoi difetti che non puoi più camuffare.
Conoscono il mondo diversamente da te e ne portano anche i pezzi che non avresti voluto far entrare.
Cercano la loro identità, possibilmente molto diversa dalla tua e molto simile a quella dei loro amici.
E tanto più li hai seguiti e coccolati, maggiore sarà la violenza che manifesteranno per staccarsi da te.
E se li hai presi in giro, se gli hai raccontato balle, pagherai il conto con gli interessi.

Perché non c’è persona più adatta di un figlio per smontarti pezzo per pezzo, per metterti in discussione e farti rivedere tutti i tuoi bei principi.
Dobbiamo guardarci allo specchio.
Dobbiamo ricordarci la nostra di adolescenza che spesso non è nemmeno finita.
Dobbiamo trovare nuove priorità, nuove regole e nuovi approcci.
Ma soprattutto siamo noi genitori i primi a dover crescere.