Ho puntato la sveglia prestino per lavarmi i capelli, mettermi la crema e prepararmi con calma. Mentre faceva colazione gli ho detto: “Amore, stamattina vai da solo a scuola” e lui mi ha risposto:”va beene mamma” ributtandosi dentro il video di Laion. Quando stava per uscire di casa, con lo zaino e la borsa di ginnastica a tracolla, l’ho visto diverso o forse ero io ad essere diversa. Ho chiuso delicatamente la porta di casa e sono tornata ad occuparmi di me, solo di me, ripensando agli ultimi preparativi prima di uscire anche se ogni volta che scendevo le scale poi le risalivo scordando qualcosa. “Allora, devo ricordare i copioni, ma tanto io non recito…i documenti? ma si, meglio prenderli…se poi non mi fanno entrare? La borsa di juta…mi serve a busta e poco ingombrante…il braccialetto con le note portafortuna che mi ha regalato Claudia, il panino! l’acqua, i soldi, le cuffiette, gli occhiali, le cicles e anche il caricatore del cellulare, che se faccio molte foto!” Mia figlia dormiva e mio marito si era appena alzato e sonnecchiante cercava i vestiti per imbiancare. “Bè, lui imbianca e io vado a fare l’artista…ma è felice?!” E con questo pensiero l’ho salutato e sono uscita di casa. Ho impostato “waze” cercando una canzone da inizio giornata mentre raggiungevo il benzinaio per il pieno.
Il tragitto è andato liscio come l’olio considerando che nove volte su dieci riesco a sbagliare strada e arrivata a destinazione stavo per agitarmi per il parcheggio. “E se mi allontano troppo e non ritrovo la strada? Se arrivo tardi? Dove sono qui? Possibile che i parcheggi siano tutti occupati?” e intanto sfumava l’idea del caffettino numero due. Imboccata una strada laterale ho trovato un posto e sono riuscita ad imbucare a piedi una scorciatoia che mi ha fatto risparmiare l’intero giro. “Ecco lo vedi? Se stai attenta sei sveglia!” e così sono sbucata quasi davanti al teatro mentre vedevo varie sagome che salivano la scalinata.
Così dopo aver fotografato il cartellone, ho affrettato il passo e raggiunto l’atrio dove un ragazzo distinto con le scarpe a punta e le sopracciglia depilate, faceva l’appello. Al mio turno ho pronunciato: “Francesca Bernardi, uditore”. E guardandomi intorno cercavo di capire se ero così fuori luogo per l’età e per il mio totale digiuno da attrice. Attrice di teatro…perchè nella vita, quante volte ho recitato per vendere scarpe e vestiti! C’erano persone di varie età anche se prevalentemente giovani (e già potevano permettersi un corso ad un tale costo?) e donne (le più coraggiose?) e dopo le istruzioni sullo svolgimento della prima lezione, siamo entrati nel teatro che ci ha subito avvolto con tutto il suo fascino al velluto rosso. Le sedie erano sul palcoscenico pronte per noi. Gli uditori in fondo e i partecipanti davanti. E finalmente è arrivato Pupi che si è seduto davanti cercando di renderci tutti partecipi nelle postazioni. Parlava a voce bassa con una timbrica rassicurante. Io pensavo: “magari questa è l’ultima volta che lo incontrerò nella mia vita, ho fatto proprio bene a venire” e mi facevo cullare da quell’atmosfera inverosimile di un sabato mattina improbabile.
Anch’io mi sento un’eccezione, anch’io come tutti, come spiegava Pupi, raccontando che tutti bene o male non ci sentiamo risarciti dalla vita, sarebbe terribile il contrario! Anch’io sono stata portata lì da un sogno, passando da un modulo, un’attesa e una voglia di scoprire. Anch’io voglio capire se ho un talento, anch’io sono diversa da tutti gli altri e voglio capire chi sono. Pupi spiegava che l’aspirazione di fare coincidere chi sei con quello che fai è fondamentale…e ci ha raccontato che il talento l’occasione la incontra, prima o poi succede ma prima bisogna capire se si ha veramente il talento, perché dal talento non si prescinde. Così ho sognato ad occhi aperti mentre raccontava di Diego Abatantuono che ricevette il suo ingaggio mentre si trovava nella casa della sua ex donna per caso…perché succedono cose completamente imprevedibili ma se non credi nella straordinarietà della vita allora dimettiti! te lo meriti! e immaginavo nitidamente la storia di Pupi, quando suonava con Lucio Dalla e dovette abbandonare la musica con grande coraggio perchè quella non era la sua strada. E Lucio Dalla raccontava delle balle terribili che si sono avverate! Un mostriciattolo così è riuscito a fare delle cose inimmaginabili…Raccontarsi delle bugie è l’unico modo per sopravvivere! Ma se non c’è talento bisogna arrendersi anche se è durissimo riconoscerlo perchè si può arrivare a dei livelli di umiliazione tremendi. Per render meglio l’idea Pupi ci ha raccontato la storia di un musicista, figlio di un regista, che fingeva di suonare…di un’attrice con un curriculum spettacolare che diceva una frase per film e che quando Pupi impietosito da quella misera carriera decise di darle una parte, alcune attrici non riuscivano a trattenere le risate per la sua ridicolaggine!
Io intanto pensavo: “Ma quale sarà il mio talento? La scrittura? L’empatia? Cosa? E chi può dirlo? Però io mi sento viva e piena di progetti, idee, energia”
E ho iniziato gli esercizi di respirazione per tenere a bada la tachicardia, quando ci ha chiesto perchè eravamo lì. Per ultima, alzatami in piedi gli ho detto: “Io ho partecipato ad una sua conferenza alla mostra di Bologna Experience e sono rimasta colpita dal suo discorso sulla vita e sulla vulnerabilità, così appena uscita mi sono detta che avrei pagato per ascoltarla parlare ancora”. Lui sembrava soddisfatto di poter rifare quel discorso sulla vulnerabilità e ha detto che ne ho colto l’essenza.
Poi ha spiegato che gli elementi fondamentali della recitazione sono gli occhi, quanto e come si guarda, quanta luce c’è negli occhi, i sottotoni, i colori scuri che sono fondamentali e il pensiero di rivolgersi ad una sola persona.
Nel frattempo io pensavo:”ma anche se non recito sarebbe bello imparare a modulare la voce sui toni più bassi…e poi gli occhi credo di averli accesi…magari potrei recitare anch’io?”
Dopodichè “azione” e tutti i partecipanti hanno recitato il copione assegnato, chi poche battute, chi il pezzo intero. Ed io pur non essendo un’esperta mi affidavo al mio sentire, chiudevo gli occhi e ascoltavo attentamente. Pupi correggeva, spiegava, giudicava con sincerità e affetto, cercando in ognuno l’autenticità.
“Riduci la tua energia, dimezza la voce, devi sentirti a tuo agio, meno ci pensi e meglio viene, hai fatto dizione? quindi non hai un’identità…non fare mai finta di piangere, la recitazione è ascolto, non corrugare la fronte, non muovere le mani e le braccia, questo pezzo non spezzarlo tutto, non sei fluido e ogni cosa che dici la devi sottolineare con i gesti? non compiacerti, se lo dicessi con parole tue lo diresti in modo diverso!i intimizzati con me, svelami te stesso, sei ancora attratto dal farlo bene, Dillo senza voler fare una cosa bella perchè non sempre bello e vero coincidono!hai perso il filo per la voce che dovevi immaginare, tienila tutta, ti dev piacere recitare non devi soffrire, hai la voce di testa, prova a recitare con i colori scuri, ti stai allargando, non sei misurata, devi essere umana, normale!stai facendola e vivendola, prenditi sempre un tempo, distribuisci l’energia, aggrappati me, convincimi, se c’è il tuo animo dentro la vivi con lealtà, mettiamoci la tenerezza, tutto sentimento, stai recitando dizione, togli la dizione, non ci hai messo tanta vita dentro, aspettavo il coinvolgimento era come una prova di memoria, molto graziosa, un po’ Barbie! sai cogliere gli aspetti comici, l’hai fatta diversa, inedita! vuoi che ti fermi o che ti faccia andare avanti? STOP stai recitando, datti una calmata, torna tra noi!fidati di me, non mettere le pause, parla di filato, chiudi in su, meno voce più rapido, una frase diventa una parola, non hai capito il tuo stato d’animo, devi aprirti, sei migliorato, parlavi con me! parlate con me e divertitevi a farlo! hai dei buchi di memoria per la tensione o l poco studio? Sei contenta di come l’hai fatto? Tu sapevi a che riga eri non hai guardato me, hai guardato il foglio, non devi pensare al testo ma allo stato d’animo! hai molta verità, stringere le frasi, tu hai tanta roba in più ma basta n quarto d’energia, devi essere pudica perchè sei una cosa elegante! Sei felice? Sei tesa? Stai guardando da tutte le parti, non va bene! vai sempre a cercare qualcosa, troppi occhi, non va bene! imponiti di guardare un punto fisso, non è una sciocchezza…ti è mai capitato? tendenzialmente bene tranne questi scatti di picchi sonori, tu lo fai domani, non avere paura!”
Nella pausa pranzo ho divorato il mio panino al prosciutto, seduta sugli scalini e Pupi passando mi ha fatto un buffetto sulla guancia…tenerezza, ancora…forse è quella che gli ispiro? Avrei voluto raccontargli chi ero, cosa ci facevo lì e quanto coraggio stavo cercando da lui ma sono solo riuscita a rispondergli con un timido sorriso perché di fronte a tanta grandezza si diventa minuscoli…
Finito di mangiare mi sono goduta il teatro vuoto e sospeso, fotografando il palcoscenico deserto.
E ripresa la lezione, scrivevo, annotavo, fissavo sulla carta, con le orecchie tese spesso alle frasi sussurrate mentre la vicina faceva mille piccoli, impercettibili, snervanti rumori. Io ero un uditore e come tale avevo tutto il diritto di udire!
E uscita dal teatro avevo un quaderno mezzo pieno di parole e la testa piena di pensieri nuovi…
Avrei dovuto mettermi in gioco! Grazie per questa bella descrizione che mi ha fatto vedere con i tuoi occhi e ascoltare…grazie.