Sono in spiaggia seduta sulla sabbia mentre curioso Instagram e scorgo una foto dei Dirotta su Cuba in bianco e nero. Sotto, le info sul loro concerto a Tollo. Cerco su Google maps e scopro che é solo a un’ora di distanza! Convinco mio marito (che in realtá accetta immediatamente) e subito dopo mi balena l’idea che potrei fare un’intervista a Simona Bencini, che un paio di anni fa ha allietato il mio compleanno al Bravo Caffé a Bologna. Così le scrivo un messaggio da instagram chiedendole un’intervista per www.testimonianzemusicali.com e lei mi risponde: “certo”! È fatta! Ma voglio essere sicura cosí scrivo ad una conoscenza comune che rafforza la mia richiesta. Mi conferma l’intenzione di Simona che riferisce di andare molto prima, quando fanno la prova del suono. Perfetto. Al pomeriggio partiamo in direzione Tollo (viva il navigatore!)

Durante il viaggio in macchina scopriamo che a Bologna é successa una catastrofe: un camion che trasportava liquido infiammabile ha tamponato un altro camion con conseguente incendio che ha spazzato via la vita di una persona, provocato 69 feriti e disintegrato l’autostrada. Disastro.

All’orario stabilito raggiungiamo la piazza e il palco è in allestimento. A pochi metri gli strumenti dei mix e poco più in là un camioncino. La strada principale è arricchita con le luci che di lì a poco accenderanno questo spettacolo di serata. L’atmosfera è particolare, tipica di paese: le persone sedute ai bar e sulle panchine ci guardano stranite mentre cerchiamo un bar per bere un caffè. Mio figlio si lamenta perché “cosa siamo venuti a fare? Ma a che ora inizia? E quando finisce?” Scegliamo un bar e ad un piccolo tavolo ci sono tre persone sedute a bere qualcosa e una di loro è proprio Simona. Queste situazioni le detesto…dover rompere il ghiaccio e magari le scatole perché mi metto nei panni e comprendo che magari uno non ne ha voglia ma essendo un personaggio pubblico non può evitare. Così dal mio metroecinquanta divento ancora più piccola, mi giro e dico: “Simona? Ciao sono Francesca” e lei scattando come una molla, si alza dalla sedia per stringermi la mano con un sorriso a trentadue denti e una voce piena, la sua! Si perché non ho ancora detto che Simona Bencini é una delle voci che preferisco insieme al suo genere, funky e le canzoni, i testi e quello che ci ho vissuto dentro. I Dirotta su Cuba li posso ascoltare ad oltranza, come ho fatto per mesi, dopo l’uscita del loro ultimo cd due anni fa (e nausea dei miei figli) per non parlare dei precedenti. Perché io con la musica faccio così, quando mi piace, allora deve diventare mia anche negli attacchi, nelle pause, nelle sfumature e nei film che mi faccio in testa ascoltandole. Quindi un cantante non si rende forse conto di quanto può diventare parte intima di una persona. Andiamo avanti. Dopo il saluto lei mi risponde: “ah si sei quella del sito!” Poi restiamo d’accordo che parliamo dopo, con calma, tanto resto fino al concerto.
Così in compagnia di mio marito e mio figlio, girovaghiamo nella piazza, ci guardiamo intorno e scopriamo una piccola fontana. Quanto mi piacciono le fontane! Soprattutfo quelle con lo zampillio perfetto che disseta e ristora.. poi rassegnati al nulla, ce lo godiamo da una bella panchina. Intanto mi chiedo ancora cosa chiederle, come presentarmi, come spiegarle senza cadere nel ridicolo (ma quanto lo temo sto ridicolo?!) questo mio progetto storico – futuristico fatto di “arricchimento umano” dove cerco di connettere la storia al presente attraverso il patrimonio culturale dell’Antoniano.
Così la raggiungo vicino al palco dicendole che quando é libera possiamo iniziare e lei mi chiede di aspettare. E dentro quell’attesa c’è tutta la mia insicurezza mentre cerco di apparire disinvolta, distratta e distante. Ma dentro invece sento la voglia di scappare perché magari, ecco, non ne ha voglia, non ha tempo e STOP. BASTA. Infatti poco dopo Simona mi raggiunge e la sua energia mi toglie ogni dubbio mentre ci distacchiamo dal palco. Le racconto un pezzetto della mia storia per farle capire il senso del sito e lei “ascolta” e fa domande. Ci sovrapponiamo nei discorsi e tutto diventa semplice, naturale. Poi dopo un bel po’ le chiedo un breve video e cerchiamo un punto adatto perché ci sia abbastanza luce e comodità mentre mio marito e mio figlio ci raggiungono (mia figlia è rimasta con la sua “balotta”…)
Quindi troviamo un muretto, gli argomenti e parte l’intervista dove io inebetita continuo a ripeterle “certo”.. ma non serve molto altro visto che Simona ha già capito tutto: me (che non sono un’addetta ai lavori) e le cose da dire. E quando parte cantando “il valzer del moscerino” mi anticipa in un desiderio inespresso! E proprio lei, la Regina del funky italiano, che è cresciuta con i 45 giri dello Zecchino d’Oro e ne spiega molto bene l’importanza per la crescita dei bambini. Intanto mio figlio, seduto sul marciapiedi accanto, ascolta e questo assume all’esperienza un valore doppio. Perché per quanto mi senta ridicola in certi momenti, credo anche di essere un esempio di sana follia, determinazione e costanza nell’inseguimento di qualcosa in cui credo.


Ma torniamo all’incontro con Simona. Finito il video chiacchieriamo ancora e poi ancora e mi racconta un sacco di cose sui suoi trascorsi. Cercando qualcosa del panorama infantile, ricorda una sua interpretazione per un musical di Pinocchio dove interpretava la lumachina e in una favola di “Felici e cantanti” partecipava alla favola di Barbablu.

Insomma non sta facendo un’intervista ma sta scambiando del tempo con me. E mentre le mostro la mia “Teresina” del 18,° Zecchino d’Oro lei si scioglie in complimenti ed esclamazioni! Le  racconto del Piccolo Coro, dell’Antoniano di cui sapeva poco o niente.
E quando in un incontro ci sono sia il dialogo che l’ascolto allora si crea una musica che accelera i battiti e rinforza le sostanze del buonumore.
Alla fine il tempo vola e mentre le lascio il mio cellulare che registra come Zucca Zoe! scappano commenti sui figli, sull’adolescenza e le sue fatiche.. ci congediamo dandoci appuntamento per un ultimo saluto dopo il concerto.
Iniziano le prove del suono mentre la corista (strepitosa) spara parole e gorgheggi nel microfono. Partono gli inizi di alcune canzoni mentre assaporo ciò che mi aspetta.
Si accendono le insegne “immagicando” ancora di più questa giornata speciale.
Ci sediamo nelle panche di una pizzeria e ceniamo mentre ascoltiamo le prove. Verso la fine si siedono vicine tre signore anziane che pasteggiano con trippa e birra. Una delle tre dice : “i forestieri sono meglio dei paesani” e si lancia nei racconti familiari dove “tutti i parenti vengono a mangiare a pranzo a casa mia che ho l’aria condizionata solo in sala e che questa cantante, sentiamola, canta solo da due anni…” E io ribatto: “Ma nooo signora altroché due anni, sentirà che bravura!” E non sto ad aggiungere che è la Regina del funky italiano e che ci fa in una piccola piazza così? e che sì la qualità non fa rima con quantità…
Le altre due signore anziane, vestite a festa non ci considerano granché ma guardandole sono forti, tre amiche ultraottantenni che mangiano trippa e bevono birra e musica.
Intanto anche i musicisti e le cantanti cenano nella stessa pizzeria e verso le 22 inizia il concerto. In prima fila ci sono alcuni fan sfegatati che ahimè sono parecchio alti ma forse non gli interessa. Finalmente libero me stessa ai canti e al ballo di ogni brano mentre ogni tanto mio figlio mi dice di calmarmi mentre gli rispondo che se vuole può fingere di non conoscermi.

Il pubblico è alquanto statico ma non mi meraviglio e mi sento una privilegiata a riuscire a farmi attraversare dalla musica. I Dirotta su Cuba, cantano, ballano, elettrizzano, muovono. Si alternano brani di vari periodi in una mescolanza godibile anche negli spezzoni di refren famosi. Si improvvisano cori con il pubblico tra le battute di Simona che sembra nata sul palcoscenico..E non c’è tempo migliore che infilato qui dentro! Mio marito filma mentre mio figlio si è addormentato distrutto e alla fine del concerto torniamo a salutare Simona, circondata dal capannello di fans che parlano di mail, tv, e che la vogliono di qua e di là. E fino alla fine si dimostra una vera star ma non di quelle che sono troppo in alto nel cielo ma di quelle che emanano luce. Ci abbraccia facciamo foto e mi piace come tocca le persone con le mani e con le parole.
Ci salutiamo e mi regala i fiori che ha ricevuto per il concerto, che guardo con aria trasognata dal tavolo della casa al mare.

INTERVISTA SU TESTIMONIANZE MUSICALI

Grazie Simona!