Secondo sabato lavorativo con pausa pranzo libera. Libera nel senso vero… libera di trascorrerla a piacere, sola e senza sensi di colpa. Quindi ho scelto un pranzo veloce e una visita alla mostra di Luigi Busi a Palazzo d’Accursio.
La gradinata era deserta e imponente mentre con i tacchetti cercavo di non imbalzarmi. Nella sala espositiva c’erano una trentina di opere ma solo una mi è piaciuta particolarmente ed era proprio la locandina della mostra.
Osservando tutta quella bravura però, ho scoperto qualcosa di nuovo: avvicinando la fotocamera per lo scatto, i particolari erano molto più interessanti di tutto l’insieme. Ecco allora che ho iniziato a fotografare mani, parti del viso, gioielli…
Poi ho capito che guardare l’arte è farne parte perché se le opere non avessero spettatori allora non esisterebbero.