Zucchetto ha otto anni appena compiuti.
Ha la sensibilità di un adulto e la
fisicità di un bambino di cinque, sei anni.
La sua imprevedibilità mi spaventa, altre volte mi fa gioire.
S’interessa di un fatto dal tono della voce e qualche volta se ne esce con frasi di pura filosofia.
Io spesso, temo di non capirlo abbastanza, di essere inadeguata.
Quando lo aiuto mi sento egoista, come se volessi rimanesse sempre un bimbo piccolo, quando lo sgrido mi sento troppo dura.

Se penso a lui mi viene in mente “il Piccolo Principe”.

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