Così come l’arte genera arte, succede anche con la curiosità; questa volta, la mia, é stata pungolata da tre rane di plastica, appoggiate sullo scaffale di un negozio. Leggendo il marchio impresso nella pancia del ranocchio, ho trovato il marchio CRACKING ART GROUP e scoperto che trattasi di un collettivo di sei artisti che opera dal 1993 attraverso arte rigenerante e installazioni artistiche nelle città italiane ed europee per sostenere cause sociali e ambientali. Il movimento prende il nome dal verbo “to crack” (spezzarsi, rompersi, crollare) e dalla reazione chimica che trasforma il petrolio in plastica, mettendo in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale. Le rane scoperte sullo scaffale del negozio, sono tre delle cinquecento, donate da CRACKING GROUP ai benefattori che hanno partecipato alla prima raccolta fondi online di Bologna, intitolata “Un passo per San Luca” promossa nel 2013 per ristrutturare i portici che vanno al santuario.

Cracking Art Group – Next Level – veduta della mostra presso Orea Malià, Bologna 2014

Uno dei principali  promotori dell’iniziativa é stato Marco Orea Maliá che oltre ad aver sperimentato nel suo salone di parrucchieri la prima mostra di cracking group al chiuso, ha coinvolto altre realtà bolognesi per un progetto che stimolasse l’orgoglio civico nella cura per i beni comuni. Così, nell’ottobre del 2013 si é inaugurata l’iniziativa “Un passo per San Luca” partendo dalla statua di Luigi Galvani (nell’omonima piazza bolognese) invasa dalle rane, non quelle dei suoi esperimenti ma quelle di CRACKING GROUP. Colorate e di varie dimensioni, hanno attirato l’attenzione dei passanti grazie al monumento storico ricoperto dall’installazione plastica allestita anche in altri punti strategici di Bologna.

La rana rigenerata, simboleggia la volontà di smuovere le acque stagnanti della civiltà moderna e ancora una volta i cittadini sono stati coinvolti nella richiesta di stimolare l’orgoglio civico delle nostre ricchezze. La lunga catena umana che nel ‘600 coinvolgeva i bolognesi col “passamano” per costruire il santuario di San Luca, é continuata semplicemente cambiando formula. Sono passati nove anni e l’obiettivo dell’iniziativa é stato raggiunto ampiamente sia per l’avvenuta ristrutturazione che per la recente assegnazione dei portici come patrimonio UNESCO.

Nel mio piccolo, anch’io ho promosso la candidatura dei portici di Bologna, grazie all’iniziativa social CAMPAGNA “IO SOSTENGO” – PORTICI BOLOGNA PATRIMONIO UNESCO sottoiporticidibologna realizzando ventisei puntate in pillole che raccontano con leggerezza alcuni particolari dei portici accompagnate dalla colonna sonora di Cristian Grassilli “Sotto i portici di Bologna”.

Il talento inventivo é una grande risorsa umana che mi stupisce ed emoziona, ancora di più quando riesce a realizzare qualcosa di concreto.