Oggi cantiamo, che bello! facciamo un concertino col coro dei “Vecchioni di Mariele”!
Alle 15.30 sono davanti al cancello della Casa Residenza Anziani e finché non leggo la targa d’ingresso, non sono sicura di essere nel posto giusto.
Poi intravedo una corista che cerca di convincere il padre ad ascoltare la partita alla radio, più tardi, dopo il concerto, mentre con dolcezza gli sistema le gambe sulla sedia a rotelle. La madre intanto, con una splendida maglia a scacchi, cerca di consolare mio figlio che è arrabbiato per i jeans troppo stretti. Credono che ogni volta che viene, sia trascinato quando, in realtà, è proprio lui a voler partecipare. All’ingresso ci accoglie un altro signore sulla carrozzina con gli occhiali da sole e il sigaro. La sua espressione fa pensare a tutto tranne che alla tristezza che temevo di trovare. Ci saluta allegramente e poco dopo ci raggiungono altri coristi che a grappoli chiacchierano tranquilli. Ma quando si avvicina Luciana, spiega che hanno dimenticato di portare la “cassa magica” (l’amplificatore)! Un macchinozzo Fender con microfono, prestato dalla famiglia Boriani, che ci risolve tutti i concerti. Collegato al tablet e a Carla che mentre canta lo comanda scegliendo le basi, con la sua compostezza perenne!
Raggiungiamo l’ampio salone del CRA di Medicina e troviamo tante persone che non ci aspettavamo e una tavola imbandita per una merenda speciale. Esco nel giardino e scopro le volontarie che impastano crescentine di sole e bontà. Sono squisite ma non possiamo esagerare proprio prima di cantare! Poco dopo riconosco Daniela, la signora che ci ha invitato a cantare e dopo aver sistemato le nostre cose in un ufficio, ci mostra fiera, la sala con l’altare.
Continuano ad arrivare Vecchioni mentre mio figlio mi domanda perché una signora stringe gelosamente a sé una bambola e allora penso di aver proprio fatto bene a farlo venire… Poi arriva la signora Gianna, mamma di due ex coriste che vedendoci sprizza gioia da tutti i pori! Ci abbraccia, ci bacia, ci fotografa ed è la fan numero uno per tutto il concerto mentre improvvisa dirette Facebook..
Finalmente arriva l’orario del concertino e dopo le presentazioni iniziamo a volar…hem cantare. Siamo in un centro anziani ma la loro attenzione è incredibile mentre molti canticchiano alcune canzoni con aria sognante. Magari non ricordano i loro nomi ma la musica ha qualcosa di divino per cui non c’è spiegazione.
Spunta anche un ex corista con il marito e la figlia che sembra una bambola e mi rendo conto che queste occasioni sono perfette per rivedersi. Cantiamo e Luciana dirige, presenta spigliata ma si asciuga la fronte accaldata e stanca, sgridandosi da sola nelle sviste. Oggi “sorridi sorridi” mi fa lo stesso effetto di quando ero piccola e pensavo “Come faccio io a dire a queste persone di sorridere? …E poi Paolo sembra Raoul Casadei nell’assolo di “Romagna mia” mentre Fabio si becca un “bravo” quando canta in bolognese “Bela Bulagna”; mia sorella è sempre più naturale nella “ninna nanna del chicco di caffè” mentre Simonetta si emoziona proprio dopo il suo “caffè della Peppina”e anche se sono sempre le stesse canzoni che cantiamo, si rinnova l’entusiasmo.
Alla fine del concertino il papà di una Vecchiona mi ringrazia per tutto quello che faccio e io stringo forti i suoi complimenti…poi una coppia si avvicina per chiedere informazioni sul coro e il signore mentre mi stringe la mano, gli si rompe la voce dall’emozione. Quanti regali…
E anche oggi abbiamo giocato con tutti i bambini: quelli degli ospiti e i nostri.
I bambini che sono dentro ognuno di noi.