Venerdì 17 agosto. Sono seduta ad un piccolo delizioso tavolo, il n°3 di una trattoria nel centro di Bologna. Scelgo un’insalata per la linea che é sempre più curva ma poi mi faccio tentare dall’accompagarla con la piada calda, fatta a mano che per pochi minuti mi fa perdere in un’altra dimensione. Mentre aspetto mi guardo intorno incuriosita dai vari quadretti che raccontano del locale ma le scritte sono troppo piccole e per leggerle dovrei alzarmi dal mio angolino. Così rileggo il menù e poco dopo arriva il pranzo. Tanti ingredienti serviti con una bella composizione che disfo in pochi secondi. Ma il piatto è enorme e incredibilmente non riesco a finirlo! E così senza pensarci troppo, offro la mia piada avanzata al vicino che mi ringrazia ma ha già fin troppi carboidrati! Finisce prima di me e ancora mi ringrazia perchè ormai la gentilezza è rara, più per abitudine che per disumanizzazione. Lasciato il pranzo, sposto piatto e posate, approfitto del wireless e utilizzo il portatile. Finalmente torno alla passione del mio sito, Testimonianze Musicali e sfogliando l’agenda con i brillantini, rileggo le liste degli articoli da pubblicare che ogni giorno cambiano. Non programmo nulla ma scelgo di volta in volta per dare maggiore sfogo alla mia creatività. E poi non è un lavoro. Spesso una ricerca si trasforma in un altro articolo, un’altra idea, una catena. Stavolta ho trovato delle foto relative ad un evento e ci sono tornata dentro grazie ai momenti catturati sapientemente dalla fotografa della Fondazione Mariele Ventre (Donatella). A un certo punto interrompe il mio viaggio a Pavullo, una coppia che si siede proprio a fianco al mio tavolo, nonostante la sala si sia pian piano svuotata. La ragazza mi chiede se i suoi sacchetti mi danno fastidio e in un attimo la sua gentilezza mi ammorbidisce. La guardo rispondendole che no, assolutamente, c’è abbastanza spazio per tutti e noto i capelli bordeaux. Di fronte a lei un signore anziano, molto distinto, con gli occhiali marroni e la camicia. Torno alle mie cose ma non del tutto perchè la ragazza inizia a spacchettare tutti i suoi acquisti, commentandone il contenuto e io faccio una gran fatica a non curiosare, anche perchè ad ogni pacco segue un suo commento entusiasta. All’inizio non ci faccio tanto caso ma poi più parla e più mi sembra una bambina, dal tono della voce, da quello che dice, da come lo dice e furtivamente butto lo sguardo su una pila di stickers. Poi tira fuori un corno da uno scatolino minuscolo mentre esclama quanto le piacciono i corni e intravedo le braccia piene di tatuaggi colorati tra cui un unicorno stile cartoni animati. Questa donna avrà più di trent’anni e sembra uscita da un fumetto. Ormai ho perso tutta la concentrazione e l’ho spostata su questa coppia. Il signore di fronte, è stato lui a scegliere il tavolo e noto che mi osserva, intanto la sua commensale capisco che è la figlia. Gli parla con una dolcezza infinita mentre gli chiede cosa vuole ordinare, se è contento che andranno in vacanza, se ha preso le medicine spiegandone le eventuali necessità, lo raccomanda di tenere le mutande nuove nella custodia e lui risponde a monosillabi. Secondo me l’ha sempre trattato così…C’è tanta dolcezza  e per un attimo penso che mi sentirei la donna più fortunata del mondo se i miei figli mi trattassero così a quell’età o se io riuscissi a farlo con i miei genitori. Ma sento anche tanta tristezza senza capirne il motivo. Questa ragazza così solare e accogliente nel suo modo di parlare è strana.
Mi piacerebbe conoscere la loro storia ma mi limito ad immaginarla.