Ciao Mariele,
posso passare stasera? Ho bisogno di parlarti, sai non so come fare per la scuola e poi domenica vieni?
Ti piace quella cosa che ho scritto o sono stata pesante? Mi fai ascoltare qualcosa?……

Sono i discorsi che avrei voluto fare con te se ci fossi ancora. Se.
Ma non è successo perché quando sono cresciuta non ti ho più cercata dandoti per scontata. Ogni tanto passavo all’Antoniano per un saggio o un saluto veloce ma niente di più. Che peccato…
E il 16 dicembre del 1995 hai cambiato sede, irraggiungibile.
Da quel giorno mi sono sentita come strappata dalla mia casa, dalla mia musica, da te.
Avevo ancora bisogno della tua direzione che andava oltre le note.
Quando sono tornata all’Antoniano ti ho cercata nella scuola, nello studio televisivo, nel corridoio ritrovandoti solo nella musica. Chiudevo gli occhi e tornavi. Solo allora ho compreso che per me tu e la musica siete la stessa cosa. Solo allora ho capito che la memoria è un valore importante da custodire, svelare, tramandare.
Così ho scelto di condividere la mia,  depositandola in un luogo che fosse aperto al mondo: l’archivio diaristico nazionale di Pieve di Santo Stefano.
E con il rumore dei tuoi tacchetti, sei tornata nelle pagine per dirigermi, questa volta verso me.