Oggi è arrivato il pomeriggio tanto atteso, quello che preferisco: il giorno delle prove in studio. Ogni anno i miei figli non mi anticipano nessuna delle canzoni dello Zecchino, né si sbilanciano sulle loro preferenze, così mi accontento dei pezzetti che sento di sfuggita durante le prove nella scuola. Pezzetti solo di contralti poi insieme ai soprani.
E finalmente mi sono seduta nello studio di tegistrazione, in una delle posizioni più furbe, alla destra del palco, pronta ad ascoltare per la prima volta tutte intere, le dodici canzoni del 59 Zecchino d’Oro.

59-18= 41 come gli anni che sono trascorsi dal mio primo ingresso in questo piccolo studio televisivo.

Poi ecco la prima base musicale, i coristi disposti nelle loro nuove postazioni e l’audio chiaro e forte a far risuonare le canzoni.

I piccoli solisti attraversano la pedana insieme a questa nuova esperienza che certamente ricorderanno per tanto tempo mentre oggi era la loro prima volta in quello studio con la loro canzone inedita e lo stordimento di tante novità. E l’entusiasmo dei loro genitori catapultati in un’esperienza incredibile, sicuramente confusi e felici. Sabrina a dirigere, dosare e a muovere i fili trasparenti di tutto il meccanismo, come a tessere una ragnatela musicale.

E io ancora una volta mi sono sentita felice di prender parte a questa manifestazione così impegnativa ed entusiasmante nonostante le stonature che magari solo io avverto. Ma d’altronde la meraviglia sta anche in questo…