Sabato mattina mi sono alzata presto per andare al mercato di Fano a vendere “le sprecise”, le mie invenzioni in juta.
Ho lasciato casa nel silenzio e guidato per le strade libere. Dal parcheggio alla strada del mercato c’era parecchia strada ma mi sono fatta coraggio dicendomi che camminare fa bene. Giravo con il mio standino in legno sotto il braccio che ingombrava parecchio e nell’altro due sacchi con tutto l’occorrente: documenti, soldi, borse da vendere, qualche ago e gomitolo e uno scampo di juta da cucire. Arrivata nell’ufficio dei vigili ho firmato il foglio delle presenze e sono tornata in Via Arco d’Augusto. Ho appoggiato i miei bastoni ad un muro e con calma ho fatto colazione in un bar. Poi, ho cambiato posizione, cercando di non disturbare gli ambulanti vicini. Ero a fianco ad un negozio di calzature e abbigliamento. Finalmente ho posato i pesi e col cacciavite ho montato lo stendino poi, appeso i ganci con le sprecise in juta. Infine mi sono sistemata a terra, seduta su un sacchetto a cucire.
La temperatura era ideale e la posizione comoda sennonché un commesso del negozio vicino ha sbattuto con energia la capra (uno straccio per pavimenti) contro al muro, muovendo la polvere. Così mi sono alzata di scatto e mentre gli chiedevo se gli davo fastidio, spostavo lo standino di fronte.
Le ambulanti vicine erano indispettite ma la mia reazione ha destato la loro attenzione. Avrei potuto chiamare i vigili, mettermi a discutere, fare baccano e invece ho aspettato che uscisse nuovamente per guardarlo dritto negli occhi, in silenzio.
Quindi, nella mia nuova posizione mi sono rimessa a cucire, stupendomi della mia forza, infatti, mantenere la calma è un atto di forza. Intanto passavano le persone e mi piaceva osservare com’erano vestite, cosa dicevano, quali espressioni avevano e cercavo di intuirne le storie. Alcune signore si sono fermate a guardare le mie borse, altri le hanno fotografate e ho ricevuto complimenti per la mia piccola esposizione e per il mio modo di pormi.
Così ho compreso che la mia bancarella si era trasformata in un’esposizione semplicemente da guardare ma non da comprare…. Infatti “le sprecise” non sono borse per tutti perché hanno uno stile colorato e inusuale. Nella tela di juta ho cucito lane, cotoni e perle in legno, ispirata dalla voglia di viaggiare. E all’improvviso è arrivata una ragazza in bici al cellulare che con un largo sorriso mi ha chiesto che cosa so fare. Due chiacchiere, una breve presentazione e una stretta di mano. Ispirata da quell’incontro ho continuato ad inventare con la juta tra le mani.
All’ora di pranzo sono tornata a casa soddisfatta e affamata di cibo e di progetti…