I veri supereroi si nascondono.
Generalmente sono abbastanza chiusi, perlomeno all’apparenza.
Usano i loro superpoteri solo in caso di necessità.
Si gettano in qualsiasi situazione di emergenza senza pensare alle conseguenze.
Hanno coraggio, nervi saldi e grande umanità.

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Autostrada soleggiata a velocità costante. A un certo punto il motociclista davanti si avvicina in velocità verso la barriera, con una traiettoria netta come se avesse gli occhi chiusi. La moto sbatte e una pioggia di frammenti di plastica lascia una scia. Mentre continua ad andare scende un fiotto di sangue sul serbatoio che da nero diventa rosso.
Il motociclista riesce ad accostare a destrace quattro macchine si fermano per aiutarlo o per vedere cos’è successo.
Il supereroe è nella quarta macchina ma con il suo scatto fulmineo è il primo a raggiungere il malcapitato.
Lo aiuta a scendere dalla moto, a togliere guanti e giubbotto. Si sporca di sangue ma non se ne preoccupa. Lo stende, gli parla, gli porta una bottiglia d’acqua.
Telefona ai soccorsi e non se ne va finché non sono arrivati.
È l’ultimo ad andarsene.

Ma di tutto ciò non ci si dovrebbe meravigliare perché ogni essere umano dovrebbe attuare questi comportamenti.
E invece il Supereroe ha dei superpoteri in più: lo slancio con cui si lancerebbe nel pericolo per chiunque.

Fortuna vuole che quel Supereroe sia proprio mio marito.