Posto in terza fila, al museo della musica a Bologna, ero partecipe privilegiata di una parentesi culturale, poetica e musicale, “Good Vibrations: Canzoni da museo” un’occasione per assorbire buone vibrazioni e scrutare il mondo da una prospettiva diversa. Preparata a farmi attraversare dalla musica e dalle parole, ascoltavo i brani ad occhi chiusi, avvinghiata al mio soprabito fiorato. Di fronte a me, sul palco, un uomo regalava pensieri e poesie sfiorando sensazioni e aprendo spiragli di luce su immagini vissute e immaginate. L’armonia tra voci e musica era commovente, di una bellezza così preziosa da suscitare ora sorriso, ora lacrima calda, toccando punti fragili. I protagonisti dell’incontro: Roberta Giallo, impeccabile ad ogni nota, ad ogni gorgheggio – perchè il suo non é cantare ma respiro musicale, tanto le viene naturale – e il poeta, Davide Rondoni, che mi portava con la profondità della sua voce e dei suoi pensieri, su nuvole soffici e sotto la terra buia e fredda facendomi apprezzare un ambito che spesso fatico a comprendere. L’incontro tra la sua poesia e la composizione musicale di Roberta diventava altro, perché nulla si crea ma tutto si unisce, si trasforma. Roberta che ha la capacità di centrifugare tutto quello che mi smuove, é diventata la mia lavatrice. Il poeta mi ha incuriosito parlando del metodo utilizzato a scuola per la comprensione della poesia e mi ha coinvolta all’istante affermando che quando si ambisce a qualcosa di “alto”, rivolto al cielo, allora l’equilibrio non può esistere. Illuminante la spiegazione sulle misure della poesia che pur sembrando libera ha sempre un ritmo da seguire, lo stesso che entrambi i protagonisti del concerto poetico, hanno tenuto con sapiente misura. Quella misura che a me manca quando mi lascio attraversare e travolgere da certi incontri. Incontri come questo.
ARTE, CANTO, CULTURA, CUORE, MUSICA
Incontri smisurati al museo
