Sabato 22 dicembre. A mezzogiorno in punto esco dal negozio per raggiungere la Basilica dei Servi in pochi minuti. Sotto al portico corro alternando respiri profondi. Ormai ho fatto pace con l’agitazione che arriva puntuale ogni volta che tengo particolarmente a qualcosa. Tac, tac, tac, fiuuuu, fiuuu, fiuuu, tac, tac, tac, fiuuu, fiuuu, fiuuu.

Accaldata arrivo al portone e appena oltrepasso la soglia respiro un’atmosfera surreale: all’ingresso ci sono tanti tavoli apparecchiati che rendono la chiesa viva delle parole che la riempiono. Una ad una le preghiere diventano forchette, sorrisi, profumo di cibo. Mi sento subito a casa e con la mia solita vena malinconica ritorno piccina, nella mensa dell’Antoniano, quando facevamo piccoli concerti

Luciana (la direttrice dei Vecchioni di Mariele) che canta nella mensa dell’Antoniano

o seduta a mangiare con i miei amici coristi e qualche viso sconosciuto e stropicciato. Sulla sinistra trovo il coro dei Vecchioni di Mariele e consegno subito a Giacomo la nostra mascotte: “Topo Gigio” che stamattina mi ha fatto compagnia nel tragitto da casa al lavoro…


Ci salutiamo infreddoliti ed elettrici mentre Luciana, la direttrice del coro,  ripassa a voce alta la scaletta del concerto. Saluto Babbo Natale (Roberto Morgantini) che sprizza umanità da tutti i pori e incontro fra Fusco e la signora Paola mi accoglie con grande calore. È bello conoscere persone nuove, come se esistesse sempre un’occasione per essere migliori. Nel coro, stiamo aspettando tutti Lorenzo che oggi dovrà sostituire Paolo (che lavora) nella parte di “Bianco Natale” ma gli ospiti seduti ai tavoli ci guardano impazienti e straniti. Uno di loro a capotavola chiede con insistenza Battisti mentre un altro fa delle avance spinte ad Antonella con Fabio che si improvvisa suo marito. Claudia è al suo primo concerto (dai tempi del Piccolo Coro!) mentre la signora Kuhn non manca nemmeno questa volta, discreta e guardiana di borse e giacche. I tavoli sono tanti, pieni di gente, la stessa che potresti vedere seduta in una qualsiasi pizzeria ma con un’aria più stanca. Un signore seduto a ridosso del coro insiste perché iniziamo a cantare e mentre Tiziana scrive a Paolo che stiamo per iniziare (per raggiungerci deve chiudere l’edicola!) Luciana da il via. Parte la base musicale di “Ciao amico” ed io salgo sulla giostra, perché cantare mi fa questo effetto…la Basilica è immensa e le voci si mescolano ai rumori del pranzo.

Gli ospiti mangiano e sembrano distratti ma noi continuiamo i nostri canti con allegria. E dentro quella distrazione capisco la fame, non solo quella della pancia vuota ma anche quella dell’importanza, dell’esserci, del sentirsi parte di qualcosa: “la fame di tutti”.

In fila indiana si alternano le canzoni con i miei pensieri mentre la scaletta viene stravolta dal regalo di Andrea Mingardi che improvvisa con noi “Bianco Natale” (mentre il nostro Bublé di scorta sarà imbottigliato ancora nel traffico?!).
Lorenzo aveva fatto una prova quasi perfetta…

Foto di Schicchi
Foto di Schicchi

Nel frattempo arriva Cristina che invece di unirsi al coro, ci riprende con un sorriso smagliante. E cantare diventa gioia allo stato puro, la stessa di qualche decennio fa. Guardo e ammiro il soffitto mentre ringrazio di questi regali mentre il concerto continua tra una pausa e l’altra. Luciana cerca di gestire al meglio il tempo perché non finiscano le canzoni prima del pranzo quindi la seguiamo. Mentre cantiamo il folklore qualche bocca tra gli ospiti si muove, insieme a chissà quali sentimenti. Poi arriva un altro regalo, la presenza di Zuppi che ci ascolta quando cantiamo “Hevenu shalom aleichem” mentre annuisce con la testa, come se avesse capito. Infatti al termine del brano ci dice che si capisce  la nostra armonia dai movimenti. Scherza e ci fa contenti. La scaletta delle canzoni finisce e così Luciana ne tira fuori altre tipo “44 gatti”, mi accontenta con “San Francesco e il lupo” e con Giulia sfarfugliamo un ripasso (sbagliato) al volo di una canzone natalizia dove il bambinello rispunta (invece che ritorna…) aggiungiamo “Quanno nascette ninno” (stavolta per la gioia di Cristina nonchè la moglie del solista!) mentre musica e pranzo viaggiano paralleli

fino al termine, quando finalmente riesco a dare il mio biglietto da visita ad Alessandro Bergonzoni, per la mia prossima intervista su Testimonianze Musicali.com
Ma le sorprese non sono ancora finite e addirittura i volontari, riaprono un tavolone e ci offrono il pranzo. Luciana ci esorta a non lasciare niente e continua a riempirmi di pollo mentre con Massimo condivido un dolce croccantino strepitoso.

Sono molto contenta ma mi sento anche un po’ in colpa perché abbiamo ricevuto molto di più di ciò che abbiamo dato!