Sabato non avevo molto tempo nella pausa pranzo, ma nemmeno troppo poco per rinunciarci, così ho ingoiato due pizzette di Altero raffreddate dalla pioggia incessante e sono corsa al Mambo il museo d’Arte Moderna.
Digiuna di ogni cosa, mi sono fidata semplicemente della mia curiosità. E già solo quella sensazione di attesa e di scoperta per quello che stavo per vedere, dava piacere a quella visita mordi e fuggi. Il museo era deserto e molte delle cose che ho visto non le ho capite, combattuta tra l’ignoranza e la logica del gusto. Certe cose sembrano voler solo stupire a tutti i costi senza avere alcun senso e se magari ce l’hanno è talmente nascosto che è come se non l’avessero…però mi ha affascinato un’opera dove qualche carta di giornale sovrapposta a plastica, veniva intitolata “Capanni al mare”. E guardandola mi sono spiegata che l’arte in fin dei conti è anche quello che ognuno riesce a vedere e a riflettere. Un fantoccio di pezza con la testa inclinata da una parte, stava in bella mostra sotto ad una teca in vetro…quindi chissà che mostra avrei mai potuto organizzare io con tutti i pupazzi che girano per casa…Ma mentre giravo nelle sale, cercavo la mia opera preferita, perché era per quella che dovevo essere andata lì, ma dovevo ancora scoprirla. Proprio verso la fine l’ho trovata e l’ho scelta come vincitrice: una tela gigantesca intitolata ” Il teorema di Pitagora” di Pinot Gallizio.
Pausa pranzo con Gallizio
