É successo in terza elementare che non mi volevi più. Non potevo sfiorarti, non potevo aiutarti, non potevo coccolarti, poi, pian piano me ne sono fatta una ragione. Mi dicevo che era un bene perché volevi staccate il cordone, mi ripetevo che tutta quel’aggressivitá era frutto della fatica che facevi a staccarti da me, mi convincevo che era il tuo modo per affermare la tua personalità. All’inizio mi sono ribellata poi ho cercato di capire e pian piano di plasmarmi insieme a te. Se l’avessi visto in una sfera non ci avrei creduto. Io? A me? Ma com’é possibile? E questa tua distanza é diventata una forma di rispetto che avevo nei tuoi confronti perché certe cose non possono essere forzate. Milioni di volte ho invidiato le altre mamme, soprattutto al coro che accudivano le loro bambine con piccole attenzioni. Al momento della pettinatura tu volevi fare da sola ma io continuavo ad ammirare la tua indipendenza e mi consolavo pensando che la tua semplice coda di cavallo rispecchiava a meraviglia la mia concezione di esibizione…ma ieri in terrazza mi hai chiesto: “Mamma mi pettini i capelli?” e io ho sentito il mare dentro ma se te l’avessi fatto capire anche solo con un sorriso, allora avresti cambiato idea…oggi, ancora: “Mamma, mi togli i nodi?” e insieme al mare ho sentito anche il sole.