Ieri sera ero stanca, molto stanca e avrei avuto voglia di chiudere la porta di casa e andare a letto presto, mentre la pioggia avrebbe fatto musica sul tetto. E poi non ero neanche dell’umore giusto per uscire, non avrei fatto in tempo a cenare e nemmeno a cambiarmi, ma ero già d’accordo con un’amica che mi aspettava sotto casa in perfetto orario; Quindi, mentre l’acqua scendeva scrosciante e i lampi accendevano il cielo e la mia paura, siamo salite in macchina per attraversare la città e nonostante qualche piccolo imprevisto, siamo arrivate in orario. Il parcheggio era distante e le strade desolate in un paesaggio surreale. Finalmente abbiamo intravisto il cartello della Villa all’interno del centro sociale e titubanti siamo entrate.
Un gruppo di persone anziane giocavano a carte sotto una luce al neon e ci hanno indicato la sala, dove si sarebbe svolto:

Sur les bords de la France”, il recital con voce narrante di Ginetta Maria Fino, il canto di Morena Finessi e le musiche di Francesco Paolino e Stefania Megale. La storia di emigrazione di una bambina di dieci anni che da Ginette diventa Ginetta in una terra dall’odore di muffa. La narrazione dalla voce della protagonista che racconta chi era, chi è, chi è diventata. La storia tratta dal libro: “Fino a Cahors” edito da pochi mesi.

Dopo aver salito una scala e trovato una porta a spinta, siamo entrate nella sala che era buia e ho gustato con gli occhi quel piccolo palcoscenico illuminato, ho sorriso alla familiarità delle casse di patate e riconosciuto le sagome dell’attrice, della cantante e dei musicisti.
Ginetta, che voglia che avevo di rivederla! Proprio ieri era il suo compleanno…

Gin
Gin

Ma quello era un momento delicato e temevo di essere di troppo. Nel buio ho raggiunto Pino, il marito di Ginetta  che però non si ricordava di me…Così dopo un timido saluto io e la mia amica ci siamo sedute nella seconda fila. Per lei era tutto nuovo questo genere di serata e di sottecchi mi guardava con aria interrogativa. Io me ne stavo seduta ad aspettare sperando di non farmi cogliere dalla stanchezza o da risatine isteriche. Intanto, dalle finestre della sala, la pioggia e i lampi continuavano la loro danza impazzita.
Ecco, ci siamo.
I musicisti hanno preso posizioni sul palco, aprendo lo spettacolo con la loro musica; la fisarmonica era piacevolmente melanconica e le vibrazioni della cantante si potevano toccare. Infine ecco Ginetta davanti al leggio con la sua storia. Nel buio guardavo il suo occhio vispo, ascoltavo la sua voce calda e senza accorgermene scivolavo dentro il suo racconto.
E a quel punto anch’io dal mio posto diventavo parte del recital perché grazie alla sua capacità di coinvolgimento, riuscivo a vedere ogni cosa, ogni persona, ogni particolare che lei narrava. E dopo il vedere sono passata al sentire sulla pelle le sue parole. Così anche se quella storia l’avevo già sentita ero ancora desiderosa di ascoltarla, di rivederla come accade con un bel film. Ma il teatro è molto di più di un bel film, una palestra per la mente che può galoppare tra il ragionamento e la fantasia.
Anche la mia amica era rapita con mia grande soddisfazione.
Al termine sarei rimasta ancora e ancora e ancora ad ascoltare le parole di Ginetta.

photo_2016-10-15_15-45-20

 

Infine abbiamo potuto ammirare “il tappeto volante” steso davanti al palco in un patchworch di arte creativa.
Il Tappeto Volante Fiorito è un messaggio di  Pace e Fratellanza fra i Popoli, nato dall’artista Aline Rutily e che continua ad ingrandirsi ad ogni viaggio, grazie alle persone che ne contribuiscono (laboratori, scuole, ecc.). Promosso a Bologna da Silvi Antonietta con varie coinvolgenti iniziative e tanti viaggi dall’Italia alla Francia!

 

E le sensazioni che provo ogni volta che partecipo a queste realizzazioni, sono sempre le stesse: conoscenza e soddisfazione.