Sabato alle 16.15 ci siamo trovati nella Villa in collina, immersi nel verde più intenso. All’ultimo piano abbiamo occupato una sala per fare le prove, la stessa dove sono stata negli anni in varie occasioni: dal compleanno dei miei figli ai laboratori di Natale. Dalle piccole finestre ammiravo il paesaggio. Seduti in cerchio riscaldavamo la voce con gli esercizi cercando di “tenere il palato molle”. Pian piano arrivavano tutti ed il cerchio umano e sonoro s’ingrandiva. Ma io non mi sentivo pronta perché le prove non sono mai abbastanza. Poi è apparso mio figlio che timidamente ci filmava ed io mi sentivo già contenta perché solo il fatto di dargli un piccolo esempio di “passione” credo possa contagiarlo. Mio marito era seduto in prima fila e ogni tanto mi prendeva in giro ridendo!

Alle 17.30 ci siamo disposti in un altro cerchio ma stavolta sul prato davanti alla Villa, dove gli uccellini cinguettavano. Era la prima volta che cantavamo fuori dalla Chiesa ed il suono usciva diverso. Durante la breve presentazione del Direttore sui canti, ho scorto facce conosciute con un lieve imbarazzo. Finalmente è arrivato l’inizio e dopo i primi gesti delle mani del Direttore, tutti insieme abbiamo preso fiato e cantato. Io ero emozionata ma la voce era sotto controllo al contrario di altri che magari si esibivano per la prima volta. Perché sembra semplice esporsi ad un pubblico, sembra…Ogni piccolo dubbio può diventare enorme ed ogni esitazione un vuoto improvviso di memoria. Tredici canti a cappella. Ma alla fine il tempo è volato in un soffio insieme alla musica e ho fatto pace con il mio perfezionismo.