Dovrei essere contenta che mia figlia sia così indipendente. Non ha più bisogno della mia approvazione, dei miei baci, dei miei sguardi. Dovrei perché significa che sta crescendo.A soli dodici anni sembra già molto, molto più grande. Questa sua sicurezza è disarmante e mi spaventa.
Non ha paura di niente come se avesse il mondo in mano.
Mentre io ho paura di tutto.
Paura dell’indifferenza delle persone, paura dell’anoressia, paura della stupidità, paura della diversità, paura di non essere una brava madre.
Prego il cielo che ragioni e che abbia fortuna.
Ho il terrore quando è in giro da sola, che qualcuno possa adocchiarla, pedinarla e incantonarla in un angolo senza che nessuno intervenga. Perché è bella, così bella per me che sono sua madre. Quando si sposta tutti i capelli su di un lato io la guardo e sembra una piccola donna mentre con la mano si sistema i ciuffi. …
Ho paura quando mi dice di non voler mangiare la pasta perché ha un po’ di pancia e sono sempre in allarme e allora doso le parole e cerco nuovi cibi allettanti.
Ho paura quando tratta male suo fratello con quell’aria di superiorità e distanza.
Ho paura quando la sento lontana perché temo diventi una persona fredda.
Ho paura quando dimostra la sua avarizia perché generalmente diventa una corrispondenza al sentimento.
Ho paura quando mi ferisce perché sa esattamente come farlo.
Mi vuole bene, anche se alcuni giorni è difficile crederlo ma far finta di niente è faticoso.
Proprio io che sono un libro aperto mi ritrovo una figlia che racconta poco, a singhiozzo, quando ne ha voglia. E quando accade raccolgo ogni parola, sto bene attenta, ascolto con le antenne alzate. Ma poi mi dico che è giusto così perché io sono sua madre e non una sua amica .
Però poi sono fiera della sua determinazione, acutezza, praticità. Sa quello che vuole, come e quando o perlomeno lo fa credere molto bene.
Ma io e mio marito stiamo attenti, valutiamo, discutiamo e decidiamo di volta in volta.
È diventato normale smettere di credere che qualcosa si fermi: è arrivato il periodo delle richieste continue e assurde, dei cambiamenti, delle prove. “Voglio andare in centro da sola, voglio andare al concerto a Pistoia, voglio l’acqua alla fragola, voglio…”

Ed io ascolto, tranquilla, non m’infiammo più come poco tempo fa.

Sono una mamma da dodici anni e neanche sette mesi.