Domani dovrò stampare una nave affondata, ritagliare ed incollare un testo in “fang song”, rovistare l’armadio per cercare abiti bianchi, stanare fiori di lavanda e raccoglierli, da qualche parte, senza farmi vedere. Trovare una scatola in legno, grande quanto un paio di forbici e caricare in macchina uno sconosciuto da riconoscere alla fermata dell’autobus per il suo zaino nero.  Poi, rispolverare melodie del passato in dialetto e cantarle senza paura né vergogna, accompagnata da un organetto improvvisante.
Sembrano le istruzioni di una caccia al tesoro. Qualcosa di simile.

 

caccia