Ieri mattina Zucchetta era ancora a casa da scuola con l’ultimo residuo di male alla gola.

In camera sua, dopo essersi piazzata sul tappeto, ha tirato fuori tutte le scatole di LEGO e ha iniziato il suo lavoro.
Dalla porta sentivo scarabattolare, con quel rumore unico dei LEGO.
E’ rimasta in camera per ore, in compagnia della radio.

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Nel pomeriggio ha ingrandito la società edile coinvolgendo il fratello.
Dalla porta sentivo la loro complicità, quell’atmosfera così rara tra loro.
E poi dopo tanto fare mi hanno chiamata perché potessi vedere quello che avevano realizzato.

Ho ammirato una città con tutto ciò che, secondo Zucchetta, ci doveva essere:

un paio di abitazioni, il parco, l’edicola, la polizia, lo studio medico, la banca, il bar.

E vedere quello che possono creare mi riempie di gioia.