Ieri sera è successo.
Le mie aspettative non sono state deluse ma addirittura superate.
Io e la Bionda ci siamo immerse in due ore di puro godimento.
Abbiamo ascoltato cantare e suonare “il cantante” e non uno a caso.
Un ragazzo che ha cantato e suonato ininterrottamente senza pause, senza mosse ma solo con il suo sorrisetto stampato sulla faccia.
Serio, serissimo, professionale, perfetto. Non uno sbaglio, non una stecca, nessuna stecca.
Una perfezione costruita,di certo, da anni di studi e passione.
Giacca nera, camicia, pantaloni scuri, scarpe classiche e un tocco di allegria nei calzini bianchi a righe orizzontali.
Sette musicisti e tre coriste.
Giochi di luci e nient’altro. Non serviva altro perché era già tutto nella sua musica.
Un genere da cantare, da ascoltare fino alla nausea.
Un misto di tradizione e novità tra melodie jazz, swing e melodico.
Una voce piena di espressioni anche se prevalentemente dolce come un barattolo di miele.
Naturale, spontaneo.
Ho avuto il piacere di assistere al concerto di Raphael Gualazzi.
Credo che sarà l’inizio di un lungo amore.

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