Nel lavoro che svolgo, ho la possibilità di approfondire alcuni comportamenti umani che apparentemente non hanno senso. Osservare le persone nelle cose più banali, come acquistare un paio di scarpe, la dice lunga su alcuni aspetti. Le donne, in particolar modo, spesso hanno una concezione del proprio numero di scarpe alquanto confusa. Sono veramente tante a dichiarare un numero più piccolo di quello effettivo, come se quel numero in un qualche modo le definisse dentro un certo standard di bellezza? Femminilità? Proporzione? Inizialmente pensavo che dietro a questo riflesso ci fosse lo zampino (anzi il piedino) della favola di Cenerentola che grazie alle sue proporzioni minuscole si scopre la donna ideale del principe azzurro! ma la saggia Smemorina nel trasformarla, aveva ben pensato di farle calzare scarpette comode, tant’è che una la perse correndo per le scale! Quindi Cenerentola l’ho esclusa e ho ripiegato su Dorothy del Mago di Oz che con le sue scarpine tonde (rosse nel film e d’argento nel libro) mostra una forma piccola e infantile. Ma anche in questo caso le scarpe dovevano essere comode per poterla portare fino a casa tra incantesimi e uragani…
Ma torniamo nel mondo reale fatto di piedi sempre più grandi in cui convincere le clienti a provare il numero giusto possa diventare un’ardua impresa. Generalmente lo scenario si apre con la classica domanda: “Che numero porta?” – anche se in realtà é il numero a portare lei – e a seconda della risposta mi faccio un’idea di chi ho di fronte. Ci sono donne che rispondono di avere un numero e quello dev’essere a tutti i costi, all’apparenza sono “le decise”, altre che dichiarano due misure anche se spesso quella reale é la più grande! che definirei “le flessibili”, per finire in bellezza ci sono i casi più difficili che insistono di avere un numero più piccolo di quello reale. Ma per fortuna esistono anche le rare sorprese, come quella di pochi giorni fa, di una cliente che mi ha risposto: “Io porto dal 37 al 39” e inevitabilmente ho ammirato la sua apertura mentale. Proprio così, l’ho detto, si tratta di apertura mentale! In un mondo propenso all’incasellamento di definizioni e numeri, lo spazio per lo scambio di consigli risulta sempre più limitato. Indubbiamente esistono frotte di venditori truffaldini che lasciano il segno a clienti diffidenti ma ogni vendita può diventare una nuova possibilità di cambiamento, soprattutto se ci si affida all’esperienza di qualcuno….
L’atteggiamento più convincente per far calzare la misura giusta, rimane quello di spiegare che le calzate variano a seconda della ditta (informazione vera) e se la signora o signorina in questione é proprio un osso duro, allora è la scarpa a “calzare poco”…infatti il risultato finale dev’essere la soddisfazione reciproca per la cliente e per me che con tatto sono riuscita a darle il numero giusto…
Devo ammettere che nella trappola dei numeri ci sono caduta anch’io quando, fino a qualche anno fa, “arrotondavo” la mia altezza di qualche centimetro, fino a che non ho capito che proprio quel metro e quarantotto mi rendeva unica…