Vedo casualmente il trailer e in pochi minuti mi decido e cerco un cinema che non sia troppo distante da casa, infatti da tempo mi ronza il desiderio di andare a vedere il film- documentario PER LUCIO scritto da Pietro Marcello e Marcello Anselmo, che sarà visibile per soli tre giorni, in seguito all’anteprima mondiale alla 71ª Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Dopo aver simulato una prenotazione on-line e vedendo l’ampia disponibilità dei posti, mi catapulto a cambiarmi al volo, avendo solo quaranta minuti di tempo. Il programma di stasera era la partita dell’Italia che lascio volentieri al resto della famiglia. Le strade sono meravigliosamente deserte e raggiungo il cinema all’aperto in un quarto d’ora scarso, faccio il biglietto e mi assegnano lo stesso posto che avevo scelto on-line…raggiungo la fila e mi accoglie un cinema vuoto con il telone bianco e in sottofondo le canzoni di Lucio Dalla. É la prima volta che vado al cinema da sola e pregusto la compagnia del film in totale concentrazione. La spiegazione che mi do rispetto a questa fuga improvvisata al cinema è la continua sensazione di aver perso fin troppo tempo finora, come se avessi vissuto in un mondo parallelo senza conoscere né approfondire ciò che adesso ho capito piacermi: le storie delle persone, la storia della mia città, fatti e fattezze. E pensare di essere nata in una città così ricca di bellezza e di non averla raccolta mi rattrista ma, con i se e con i ma non si va avanti. Stasera fa freschino e so già che a fine film sarò congelata quindi mi copro le spalle con un foulard infilato in borsa ma ci voleva il giubbottino…intanto arrivano altre persone e se da un canto mi fa piacere, dall’altro spero ad ogni passaggio che non si siedano davanti. La fila F è tutta per me, cala la luce e partono i provini a rotazione mentre lo stomaco inizia a brontolare…freddo e fame, ma ne varrà la pena. Finalmente inizia il film con la sigla Lunedì Film che con quel Dubudadubudubudà mi riporta ad una dimensione familiare di quando la ascoltavo dalla tv di mamma e papà.

Nel lungometraggio seguono filmati di repertorio pubblici e privati dal dopoguerra agli anni ’80, dagli esordi al successo di Lucio immerso nei fatti della sua Italia, in un viaggio sonoro e visionario. La testimonianza predominante è quella di Umberto Righi, in arte Tobia, che ho conosciuto e intervistato tre anni fa (https://www.testimonianzemusicali.com/lantoniano-e-una-cosa-mondiale/) Un uomo di una gentilezza squisita.
Tobia, che l’ha accompagnato come tuttofare, manager, compagno di avventure e affari durante tutta la sua carriera, seguita dai racconti di Stefano Bonaga, il filosofo, suo amico dall’età di sei anni. Fuori campo si sentono le domande poste dal regista, Pietro Marcello che si definisce più archivista che regista, un terrone che realizza un film per la pianura padana e sceglie d’inserire i brani che preferisce, specificando che tutte le sue canzoni sono visive. Così, scopro brani a me sconosciuti come Itaca insieme alla meravigliosa spiegazione del testo fatta da Lucio durante un concerto per incitare il pubblico a cantarla con lui. Infatti Itaca da voce ai marinai di Ulisse che vogliono tornare a casa rivendicando i loro affetti e i loro doveri. Lucio che se non avesse fatto il musicista avrebbe fatto l’imbianchino per il fascino dei colori (soprattutto il bianco). Lucio che passa dalla musica jazz, definendola un linguaggio sconosciuto biologicamente, alla musica leggera italiana per poter sopravvivere economicamente (da jazzista dormiva anche per strada) e per avvicinarsi alla gente comune. Lucio che alla classica domanda: Chi è Lucio Dalla? Risponde: IO! Lucio che assapora l’insuccesso anche grazie al suo aspetto da ragno (soprannome datogli da Tobia visto che era piccolo e peloso) in un periodo in cui dominano i cantanti belli come Mal e Gianni Morandi che a distanza di decenni d’amicizia, si aspetta ancora che possa tornare dal Sud America dopo lo scherzo di una finta morte. Lucio che è affascinato da tutto, assorbito dall’energia del mondo, che non è colpito dalle persone famose ma dalle persone, che incontra la vita per quella che è. Lucio che da del tu a Craxi dicendo che russi e americani sono uguali.

Mi colpisce il racconto del sodalizio artistico con il poeta Roberto Roversi (scomparso anche lui nel 2012) che aveva un’etica incorruttibile e che aveva aiutato Lucio Dalla attraverso l’essere intellettuale, a cambiare genere musicale. In seguito Lucio, per trovare nuovi stimoli, inizia a scriversi le canzoni, in un periodo in cui il pubblico apprezza il cantautorato. Divoro con gli occhi i filmati storici in cui riconosco a tratti la mia Bologna e mi affascina il racconto della cultura contadina che si sta perdendo mentre incombe l’industrializzazione. Uomini semplici con cadenze dialettali diverse testimoniano il loro spaesamento nelle fabbriche mentre le nuvole di fumo della Mille Miglia mi fanno pensare al nonno che nel 1955 vinse con l’ALFA ROMEO GIULIETTA SPRINT. Il momento più drammatico del documentario, il filmato in cui Pertini raggiunge la stazione di Bologna dopo la strage del 2 agosto in mezzo alle macerie che ne squarciano il ricordo. Mentre quello più dolce è l’ospitata di Lucio all’Antoniano durante La festa della mamma del 1967 che erroneamente viene presentata come allo Zecchino d’Oro. Un avvenimento speciale, considerando che è stata l’unica volta in cui la madre ha partecipato pubblicamente col figlio ad una trasmissione. https://www.testimonianzemusicali.com/la-luce-di-lucio/ Infine il momento più divertente e diretto, la conversazione su Lucio tra Tobia e Stefano, davanti a un piatto di tagliatelle, con un atteggiamento opposto. Tobia lo adora con riconoscenza come un mito, mentre Stefano lo ridimensiona con affetto, lo stesso che lascia allo spettatore.
Tutti e due ne parlano per la prima volta e sempre al presente,
perché in effetti Lucio c’è.
Esco dal cinema con la testa piena di nuove domande.

INTERVISTA A PIETRO MARCELLO

Canzoni: Lunedì Film, Il fiume e la cittá, Itaca, È lì, La Canzone di Orlando, L’operaio Gerolamo, La Borsa Valori, Mille Miglia, Intervista con l’avvocato, I muri del ventuno, Quale allegria, Come è profondo il mare, Mambo, Il Parco Della Luna, Balla Balla Ballerino, Futura.