Arrivo con largo anticipo alla casa di accoglienza BEATA VERGINE DELLE GRAZIE, per il solito timore di ingarbugliarmi tra le vie di Bologna. Trovo un’insegna enorme sul muro della casa e da un’auto sbuca Alfredo, il nostro “addetto stampa” e subito dopo Simonetta, sua moglie tra abbracci e feste. Più avanti c’è già anche Lorella con la sua calma serafica. Suoniamo il campanello. Tiro, entriamo. L’atrio è deserto, così cerco qualcuno. Trovo una signora in un ufficio che mi accoglie con gentilezza e dopo uno scambio di formalità, ci ritroviamo sedute nel piazzale dove le racconto di noi, Vecchioni di Mariele e lei mi racconta un pezzetto di sé, la vice direttrice. Quando capisco che sa poco o niente, mi entusiasmo ancora di più, incuriosendola. In pochi minuti troviamo la frequenza giusta per sintonizzarci, nella debolezza di una sigaretta condivisa.

Anche se sono solo le 16 riusciamo a raggiungere un numero di coristi sufficiente per riuscire a fare un concerto. Quindi arriva Renata, che ha voluto fortemente questo incontro, poi Luciana, la direttrice (che ha già fatto il giro di chissà quante stanze) e Paolo, l’unico uomo SEMPRE PRESENTE (però beato tra le donne!) Angelina, Antonella con Marta, Sissi con la mamma, mia sorella Barbara, Claudia, Paola e via via. Luciana e Alfredo sembrano dello staff medico mentre posano per uno scatto!

La cassa audio di Antonella sì è rotta all’ultimo minuto, così l’ha sostituita con una di fortuna. Gli ospiti dela casa d’accoglienza sono pronti, seduti di fronte a noi, molti dei quali sulla sedia a rotelle. Senza saperlo proprio in prima fila abbiamo “l’imperatrice d’Austria” Maria Teresa che si presenta fiera. Ci sono sguardi vispi e sguardi spenti, volti sorridenti e volti tristi. Ed è inevitabile pensare a quante storie hanno vissuto e quali storie li hanno segnati nello sguardo che hanno scelto. Quindi iniziamo a cantare con il nostro entusiasmo mentre l’atmosfera s’intiepidisce.

Spunta qualche sorriso e qualche sguardo si accende. E via scorrono le canzoni come acqua fresca insieme alle parole di Luciana che presenta e coinvolge con la sua dolcezza sempre a braccetto con la fermezza. Cantiamo e la vice direttrice pian piano si trasforma da curiosa ad entusiasta mentre ci filma col cellulare cantando e saltellando. Intanto, l’imperatrice ci ascolta attenta dalla prima fila e il calore del pubblico inizia a circondarci, come un grande abbraccio. Inventiamo sostituti solisti e Angela è una rivelazione sia a fare l’asino (Nella vecchia fattoria) che nel pezzetto di “Sorridi sorridi”. Trafelata arriva anche Giulia che non è riuscita a cambiarsi, che sorpresa! Poi Simonetta canta “Bèla Bulágna” (in genere è una parte maschile) ma Luciana non le perdona un errore nelle parole mentre tutti ridacchiamo divertiti! Finiamo il concerto ma il pubblico ne vuole ascoltare ancora, cosí ne cantiamo altre tre. Andremmo avanti all’infinito ma non è possibile e chiudiamo il pomeriggio con una spettacolare merenda di prelibatezze!

Ogni volta è uno scambio di regali dove ognuno riceve molto di più di quello che ha donato.