Per una volta non ho le parole ……pubblico qui di seguito la lettera di Antonella ricevuta oggi:
Sabato 20 ottobre, appuntamento dei Vecchioni, al centro diurno Savioli per un concerto in occasione dell’ottavo anno di apertura del centro.
Come al solito poche ore prima, parte il tam tam di messaggi sulla chat “Comunicazioni” , stavolta, per “discutere” sulle divise da indossare: il clima di questo ottobre sta destabilizzando tutti, troppo caldo per ritornare ai ponchi invernali e troppo avanti nella stagione per mettere quella estiva composta da pantaloni bianchi e casacche di lino colorate. Si trova finalmente un accordo indossando sopra la divisa estiva e sotto quella invernale!
Tra i molteplici messaggi che arrivano a fiume perché, giustamente, ognuno vuole dire la sua, ne compare uno di Francesca che chiede una preghiera per il papà perso durante la notte.
E’ una notizia di quelle che lasciano senza parole, che cambiano completamente la visione di ciò che stai facendo, non ti importa più della divisa da mettere o se l’appuntamento sarà dove e a che ora! Tutto passa in secondo piano e soprattutto ti senti impotente di dire o fare qualcosa di utile!
La dolcissima Francesca, anima del nostro gruppo, senza di lei avremmo finito di esistere da un pezzo e la bellissima Barbara, che con la sua risata e simpatia vivacizza le nostre serate canore…saperle soffrire, non ci dà pace!
Eppure non si può rinunciare all’appuntamento preso!
Chi ci sta aspettando non conosce ne’ Francesca, ne’ Barbara, ne’ tantomeno Paolo e si aspetta che il coro dei Vecchioni porti canti, musica ma soprattutto gioia!
Sì è proprio per questo che i Vecchioni hanno sempre deciso di fare concerti, per portare gioia!
Ma come si fa a trasmettere gioia se hai l’anima distrutta?
Eccoci davanti al centro, i visi non sono i soliti, si parla sottovoce per decidere chi dirigerà le prime canzoni in attesa che arrivi Luciana che, per motivi di lavoro, tarderà un po’.
L’accoglienza è perfetta, un animatore del centro si improvvisa presentatore (bravissimo) e ci chiede di intonare, come è loro abitudine prima di ogni festa, l’Inno di Mameli. Mi è sembrata una scelta alquanto bizzarra, ma cantare insieme agli ospiti della casa, con la mano sul cuore, ci ha aiutato a entrare nella parte che, volenti o nolenti, ci toccava interpretare.
Non è andato tutto liscio, Luciana visibilmente scossa e con la testa altrove, ha diretto in maniera poco precisa rispetto al solito e noi, da parte nostra, non l’abbiamo certo aiutata!
Non ci siamo meritati 4 crocette, non ne abbiamo nemmeno parlato, anche questo non ci importava, ma sono sicura che ognuno, a modo suo, ce l’abbia messa tutta!
E così tra applausi, torta di compleanno, sacchetti di raviole artigianali donate ai coristi e “infiniti” bis“, anche questo concerto è giunto al termine e credo, senza presunzione, che nonostante tutto, anche stavolta i Vecchioni siano riusciti nell’intento, perché dai visi degli anziani che ci ascoltavano, io ho visto gioia!
Questo concerto imperfetto (e mi dispiace perché avrei voluto fosse stato il più bello) io lo dedico interamente a Paolo perché possa intraprendere la sua nuova strada accompagnato da canti di gioia!
Ciao Paolo
Antonella
Ti abbraccio cara Francesca, non c’è parola che possa lenire il dolore per la perdita di una parte di sé stessi. Gin