Qualche volta mi fermo a pensare sulla necessità di ritornare nei posti e nelle situazioni già vissute. All’inizio credevo fosse una specie di nostalgia legata al passato, poi ho realizzato che è tutta un’altra cosa. Infatti, ripetere con la consapevolezza mi da una soddisfazione enorme. Anche ieri, stessa cosa.
In fila (stavolta non per mano) e tutti sparpagliati, siamo tornati tutti insieme al S. Orsola, a piedi, partendo dall’Antoniano. Come un tempo quando il concerto al S. Orsola era una tradizione con processione estenuante annessa. Siamo sempre noi, i coristi del Piccolo Coro, ora adulti, ora coristi dei “Vecchioni di Mariele”, ora tutti consapevoli della nostra scelta.
Raggiungiamo l’atrio della pediatria e ci sistemiamo nella sala d’aspetto dove le sedie
sono rivolte tutte verso la parete che con i disegni colorati sembra una scenografia. Finalmente conosco la signora della FANEP che fino a quel momento era solo una voce! Sistemiamo la cassa e il microfono, ingaggiamo mio marito come tecnico audio ( e operatore video…) e ci disponiamo su due file per una breve prova: “Ciao amico”. Insieme a noi è venuta Maria Antonietta Ventre che si è sistemata nelle ultime file, poi qualche parente e amico. Edi che sembra più emozionata di noi, accetta di fare qualche video e si spiaccica contro il muro per non disturbare il pubblico. Io per esigenze cromatiche della divisa, ho cambiato posizione da centrale a laterale e la sensazione è di totale disorientamento. Pian piano si vedono dei pagliacci che accompagnano i bambini a sedersi, dei genitori, degli infermieri. Oggi sono tranquilla fino a quando non si siede proprio davanti un piccolo principe, un bambino con un viso sperduto e dolcissimo. Ora le cose cambiano…Cantiamo la sigla e subito dopo Luciana (che con la divisa verde sembra parte dello staff) presenta tutto il concerto con una disinvoltura invidiabile. Racconta chi siamo, interagisce con i bambini, spiega le canzoni, utilizzando il copione solo per avere un filo. L’acustica è buona e la sala si riempie di un’energia buona che rimbalza tra sorrisi, note e sguardi speciali. In prima fila c’è Superman che oltre ad avere una splendida tuta blu elettrico, è indossata da un ragazzo altissimo che cerca di farsi sempre più piccolo. Ogni tanto lo vedo che si rimpicciolisce con il viso tutto arrossato. Ma devo rimanere concentrata e allora guardo Luciana e ogni tanto i miei cari coristi. “Quanto siete importanti” penso e sono fiera del nostro modo di stare insieme. Quando cantiamo “Sorridi sorridi” mi tornano in mente tutte ke volte che l’abbiamo cantata per i bambini malati e le parole pesano il doppio. Durante il concertino interviene il Prof. Franzoni complimentandosi con ironia. Dice che la cosa strana é che cantiamo come da bambini in una specie di “regressione” che Luciana gli motiva come TERAPIA DI GRUPPO! Infatti quando al giovedì sera ci troviamo per le prove, siamo tutti stanchi ma ne usciamo sempre rigenerati! Proseguono le canzoni e alcuni bimbi sorridono, altri ballano, un paio cantano anche con noi. Quando finisce il concerto l’atmosfera é morbida e scintillante di gioia. Il piccolo principe prende con coraggio il microfono dicendo qualcosa che commuove tutti in un applauso senza fine mentre Superman si copre il vplto stravolto. Stasera potrei saltare tranquillamente la cena perché mi sento sazia, mi sono nutrita di bellezza.
Come sempre, leggendoti, mi sono commossa..GRAZIE…