La manifestazione dello Zecchino era per noi coristi, un’occasione per conoscere bambini di ogni nazionalità con una curiosità sempre rinnovata. Infatti, sei delle canzoni partecipanti erano straniere come i loro interpreti.
Mi piacquero da morire un cinese e uno spagnolo, solisti di altre due edizioni. Era divertente imparare tutti i pezzetti stranieri, era in un certo modo un’apertura al cervello, al mondo, alla bocca che doveva trovare nuove posizioni. E anche se per pochi giorni, si riusciva a fare amicizia pur non sapendo la stessa lingua, grazie al linguaggio universale fatto di gesti, sorrisi, smorfie.
Io credo che questa mescolanza musicale sia stata fondamentale per la mia crescita.
L’Antoniano grazie a questa scelta è entrato nelle case di tantissimi paesi stranieri ed ha invogliato molti bambini ad imparare l’italiano, molte emittenti televisive a trasmettere la trasmissione dello Zecchino d’Oro. Questo valore è più importante di mille canzoni con tante belle parole.
Per i bambini di tutto il mondo: poche parole e molta musica
