Ieri a pranzo io e Zucchetto eravamo soli. Che pace! Dopo mangiato ci siamo fatti compagnia tra compiti e lavoro.
Ad un certo punto del pomeriggio, mi ha detto che si sarebbe trasferito in cucina per finire i compiti.
Ha chiuso la porta a vetri (che è il segnale più eclatante di segreti in cucina) e ha iniziato a slambiccare.
Dal mio ufficetto sentivo il rumore continuo dell’accensione del gas: “thr..thr..thr..thr”
Ma non volevo rovinare nessuna sorpresa, così ho fatto finta di niente.
Dopo un bel po’ è arrivato Zucchetto, portandomi su un piattino, il caffè fatto da lui accompagnato da un biscotto al cioccolato ed un biglietto…
Prima volta! E mentre mi domandavo chi glielo avesse insegnato, ho dato il primo sorso con grande entusiasmo. Praticamente ho ingoiato del caffè puro, mescolato all’acqua calda in un misto di disgusto camuffato. Ma in quel momento, dentro l’attesa dei suoi occhi, avrei potuto bere anche veleno…
Mi ha ribaltato il pomeriggio e quell’umore scuro che mi attorcigliava, si è sciolto in una tazzina di caffè.
Anch’io quand’ero piccolo facevo il caffé (con la Moka) per i miei genitori. Mio figlio, invece, non l’hao mai fatto. Un po’ ti invidio.
Ciao.
Kikkakonekka
…perchè non l’hai assaggiato….!!!!