In prima elementare Zucchetto, ahimè, aveva ancora cinque anni.

Non ho mai capito perché così come ci sono “gli anticipatari” che iniziano la scuola un anno prima, non ci possano essere “i ritardatari” che la iniziano un anno dopo.

Essendo nato a dicembre, aveva notevoli differenze rispetto ai compagni di gennaio.

Al di là della maturazione mentale, Zucchetto era piccolo fisicamente.

Piccolo per i tempi che corrono.

Visto che in molti asili già dal secondo anno non gli fanno fare il riposino pomeridiano.

Come se il loro corpo non ne avesse più bisogno.

In realtà credo che dipenda dal fatto che sia semplicemente più difficoltoso a causa di una disciplina generale sempre più blanda.

Zucchetto dormiva anche tre ore al pomeriggio e certamente non era tempo perso.

Sono convinta che grazie a tutto questo riposo, abbia avuto la possibilità di crescere al meglio.

Purtroppo noto sempre più di frequente che “gioco e riposo” hanno vita sempre più breve.

Poi non ho mai sopportato  quelle mamme che si dilettano ad insegnare a leggere e scrivere ai figli prima ancora che  inizino la scuola.

Avranno tanto di quel tempo per studiare ma ne avranno sempre meno per il gioco.

Comunque, tornando ai ricordi della prima elementare, ricordo che Zucchetto faticava a scrivere.

Così, trovai un alfabeto spiritoso che lo aiutò a sentire le lettere più semplici di quanto pensasse. Lui che adorava Star Wars, poteva ritrovarlo anche nell’alfabeto!

Infine gli diedi un libricino dove in ogni pagina c’era incollata una lettera e lui lo prese come un gioco, riempendolo coi suoi caratteri.

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Perché la componente emotiva è quella più efficace.