In prima elementare Zucchetto, ahimè, aveva ancora cinque anni.
Non ho mai capito perché così come ci sono “gli anticipatari” che iniziano la scuola un anno prima, non ci possano essere “i ritardatari” che la iniziano un anno dopo.
Essendo nato a dicembre, aveva notevoli differenze rispetto ai compagni di gennaio.
Al di là della maturazione mentale, Zucchetto era piccolo fisicamente.
Piccolo per i tempi che corrono.
Visto che in molti asili già dal secondo anno non gli fanno fare il riposino pomeridiano.
Come se il loro corpo non ne avesse più bisogno.
In realtà credo che dipenda dal fatto che sia semplicemente più difficoltoso a causa di una disciplina generale sempre più blanda.
Zucchetto dormiva anche tre ore al pomeriggio e certamente non era tempo perso.
Sono convinta che grazie a tutto questo riposo, abbia avuto la possibilità di crescere al meglio.
Purtroppo noto sempre più di frequente che “gioco e riposo” hanno vita sempre più breve.
Poi non ho mai sopportato quelle mamme che si dilettano ad insegnare a leggere e scrivere ai figli prima ancora che inizino la scuola.
Avranno tanto di quel tempo per studiare ma ne avranno sempre meno per il gioco.
Comunque, tornando ai ricordi della prima elementare, ricordo che Zucchetto faticava a scrivere.
Così, trovai un alfabeto spiritoso che lo aiutò a sentire le lettere più semplici di quanto pensasse. Lui che adorava Star Wars, poteva ritrovarlo anche nell’alfabeto!
Infine gli diedi un libricino dove in ogni pagina c’era incollata una lettera e lui lo prese come un gioco, riempendolo coi suoi caratteri.
Perché la componente emotiva è quella più efficace.
Quando fu il turno del mio grande pensai (a voce alta) che per lui l’età giusta per la prima elementare fossero gli 8 anni, non i 6 … E avevo ragione, la scuola dovrebbe prevedere i ritardatari, che poi spesso sono anni che si perdono poi o comunque si vive malissimo, loro e noi. Bravo zucchetto!
È bello non sentirsi soli!
😊
Noi siamo stati “sgridati” perchè Nicholas sapeva già scrivere prima della fine dell’asilo.. quando siamo andati all’incontro con le maestre elementari ci hanno detto che non era necessario.. ma in realtà noi non abbiamo fatto niente di che… mai costretto a scrivere, l’unica forzatura forse decisiva è sicuramente mia perchè spesso quando si sedeva davanti al pc e mi chiedeva cosa c’era scritto sul monitor gli rispondevo “quando imparerai a leggere lo scoprirai” salvo poi leggergli sempre quello che mi indicava. Noi abbiamo sempre letto molto a Nicholas ma non lo abbiamo mai forzato a scrivere.. per fare un confronto Simone che è il fratellino più piccolo ha fatto due anni qualche giorno fa e tranne qualche piccola parola non parla ancora, nicholas alla sua età quasi già teneva discorsi.. 🙂 questo per dire che non sempre sono circostanze che si impongono… ci sono anche predisposizioni natuali…
per il resto credo tu abbia profonda ragione, io ho sempre odiato la scuola perchè ogni cosa mi veniva presentata come un imposizione alla quale se non sottostavo ero un cattivo bambino, non ho mai accettato questo baratto (forse in realtà la mia mente l’ha interpretato così) e di conseguenza il mio rapporto è sempre stato pessimo… secondo me la prima lezione che sarebbe da impartire ai bambini è quella che gli dia modo di scoprire dentro di loro il piacere che si prova con la conoscenza… senza nessun giudizio di ritorno..
Concordo nel pensiero della predisposizione e certamente dive c’è domanda deve esserci risposta. Peró casualmente sono sempre i primogeniti ad avere maggiori domande di questo tipo. Forse, inconsciamente sentono maggiori le nostre aspettative. Infatti generalmente i secondogeniti sono quelli più liberi e più creativi.
Comunque sia non è facile cercare di dargli una visione della scuola positiva.
Eh lo so…
Sui secondogeniti invece ho pochi elementi quindi mi limito ad ascoltarti… 🙂
😉
oh cielo, quindi non sopporti neanche me? Mia figlia sa scrivere, e deve ancora fare i quattro 😉
Non mi piacciono le cose anticipate a meno che non siano particolari richieste (insistenti) per predisposizione dei figli.
Ma no, non mi piace tutta questa fretta per correre poi dove?
Capisco, forse è vero non si deve andare da nessuna parte. Però, ho appreso che, proprio in questi anni i bimbi sono più spugne. Io le sto insegnando l’inglese (con eccezionali risultati), quest’estate ha imparato a scrivere, mentre prima sapeva solo tutte le lettere e mi chiedeva quali dovesse scrivere per comporre una data parola. Non ho mai forzato la mano, solo le ho proposto le schede pregrafismo a due anni e mezzo, e in un lampo ha imparato a conoscere e scrivere le lettere.
Fai come credi ma il tempo che spendi per queste cose glielo rubi per altre di cui magari hanno più bisogno (gioco? Spensieratezza?)
Ma di ore in un giorno ce ne sono 12, a voglia a giocare e essere spensierati. Ci stanno i pasti, la passeggiata, e un cartone. Non so, tu hai sempre fatto giocare tutto il giorno i tuoi figli?
Io gli leggevo molte storie ma non sono nessuno per poterti dire che fosse giusto.
Ah, dimenticavo: con me si impara giocando, quindi no: non sottraggo tempo al gioco. Quando facciamo una gita poi la sera o il giorno dopo le chiedo dove siamo stati, cosa abbiamo fatto, poi proviamo a dire determinati vocaboli in inglese. Creatività, fantasia, inglese, insomma non manca nulla…
Perfetto!