Stamattina era quasi irreale ma avevamo il museo tutto per noi.

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Poche stanze riempite con le svariate suonate dell’audioguida.
Ad ogni numerino una spiegazione e una melodia.

 

Magica, la sala con il pianoforte nudo che mostrava la sua struttura. Ad ogni tasto corrispondeva un filo trasparente, cui era attaccato un uccellino di carta che si muoveva.

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Rilassante, la sala adiacente con la poltrona, la grande gabbia e la luce soffusa.

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Curiosa, la scrittura sul pentagramma con i numeri al posto delle note per sapere quale corda suonare.

Bellissimo il mobile con i libri disegnati.

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Graziosa, la tromba con il becco di una papera.

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Gradevole, lo strumento a forma di delfino.

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Ingombrante, il giradischi di legno.

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Infiniti i soffitti pieni di dipinti.

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Rivelatrice, la firma di Zucchetto nel libro delle visite dove, a fianco al nome e cognome ha specificato “io sono nel coro”.

Misterioso, il cortile con le palme.

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Piacevoli, le tre ore immersi nella curiosità con gli Zucchetti.

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