Stamattina nel minuscolo tragitto tra il portone di casa e la fermata del l’autobus, ho fatto una scoperta.
I piccoli alberi che fanno compagnia alla piazza, hanno dei fiori di salice bianco.
Non li avevo mai notati.
Curiosa, ho annusato un fiore e l’odore è entrato in uno spezzone di vita passata.
Quel profumo era forte e costante nel campo del tennis.
In quel campo una bimba giocava libera mentre il suo papà giocava a tennis.
Ricordo il dondolo di ferro a quattro posti che spingevo alla massima velocità.
Poi ogni tanto c’era Federico, quel biondino che balbettava e aveva spesso il singhiozzo.
Sua madre lo calmava col limone.
C’erano la Lilla e Whisky, fedeli amici e nemici.
Andavo nel ristorante vicino a chiedere grissini che dividevo con loro.
La Lilla era docile e affettuosa, Wisky imprevedibile.
Più volte mi morse, lasciandomi indelebile la paura dei cani grandi.
Poi c’era il distributore della coca-cola nelle bottiglie di vetro.
Pizzicava e “subbugliava” lo stomaco ma era la mia piccola trasgressione del tennis.
Poi quell’odore di plastica e sudore che abita tutti i centri sportivi.
Altre volte c’erano i giri in bici, la mia splendida Graziella bianca, ed era un vero spasso.
Papà che mi chiamava “Puzzola” con delle carezze sulla testa ed io mi stimavo di essere sua figlia.
Le sbucciature alle ginocchia con croste “tidevostaccare”che erano come toppe sempre da ricucire.
Ogni tanto c’era Letizia, quella bimba con i denti da coniglio e tanta dolcezza.
Rideva sempre.
La libertà e la noia, da dosare con cura.
Tutto questo è rifiorito in un fiore…