Io proprio non me lo spiego!
Ascolto con finta indifferenza, lamentele sul mondo d’oggi.
Sento che ormai il pessimismo è entrato nel quotidiano di tutti, tant’è che quando si chiede a qualcuno: “Come va?” è rarissimo sentirsi rispondere: “Benone!” a meno che non sia una di quelle persone di plastica che sorridono sempre ( è come se ci fosse sempre il sole …).

Sembra quasi che essere positivi sia presunzione e che si abbia quasi paura d’inimicarsi le persone.

Tutta questa confusione che ci circonda in ogni ambito: dalla famiglia al lavoro alla società, la scuola, la politica ecc. chi la sistemerà?
Chi si rimboccherà le maniche per fare un po’ di ordine?
Parlo di ordine mentale e pratico.
Forse è più semplice lamentarsi!
Chi darà fiducia ai nostri figli?
Chi inizierà a cercare le notizie buone?
O la bontà non è più qualcosa di attuale?
Parola d’ordine: IO.
Ma la cosa che più mi fa arrabbiare è sentire lamentarsi quelli che hanno l’età dei miei genitori.
Non si domandano come mai i loro figli abbiano trasformato in questo modo il mondo?
Non si domandano se il loro esempio non sia stato seguito?
Non si domandano come sia successo?
Perché tutti questi matrimoni falliti?
Perché tutti questi nipoti despoti e viziati?
Chi ha rovinato i nostri paesaggi?
Chi ha pensato a stra guadagnare?
A noi cosa resta?
Chi ha infranto i nostri sogni e il nostro futuro?
Ma io non ci sto e mi piace rispondere che sto benone,che sono felice con mio marito con tutte le sue fatiche, che adoro i miei figli, che non ne capisco nulla di politica ma m’interesso a ció che succede dove vivo e cerco di fare il meglio per la mia famiglia; io non ci sto a rimanere passiva a questi scenari.

Quand’ero più piccola non sopportavo quando sentivo dire che “una volta era meglio” e mi sembrava come se qualcuno sputasse nel piatto in cui mangiava.
Non sopportavo questa specie di colpa addossata a chi era nato semplicemente dopo.
Tanto è così e sarà sempre così: i tempi ed i valori cambiano e lamentarsi non serve a nulla se non si fa nulla per cambiare le cose.
Ma voi che vi lamentate e basta non vi sentite in colpa? Neanche un po’?