Stamattina verso le 11 mi ha telefonato la bidella della scuola, dicendomi di andare a prendere mio figlio che non stava bene. Prima di riattaccare ha aggiunto: “la aspettiamo con ansia”. CON ANSIA? È bastata questa semplice parolina a farla venire a me l’ansia…e ho iniziato a pensare alle peggio cose che gli potevano essere successe…”magari è caduto…o ha sbattuto la testa…si è rotto qualcosa…” e in questo stato di agitazione mi sono precipitata a scuola. Arrivata nell’atrio, l’ho visto, intero, seduto sulla panca con la faccia sbattuta e gli ho subito chiesto che cosa gli fosse successo: mal di pancia.
Così mentre firmavo il permesso per l’uscita anticipata, ho spiegato alla bidella che prima di usare certe parole al telefono dovrebbe pensarci….lei è caduta dalle nuvole ma ha capito e si è scusata. Ecco, ancora una volta avrei potuto starmene zitta, prendere mio figlio contenta e portarmelo a casa. Invece no.

In macchina mio figlio non faceva che giustificarsi perchè temeva non lo credessi. Spiegava nei dettagli che cosa gli era successo, che cosa aveva detto la prof. e che altri compagni si erano sentiti male. Tempo fa ero molto rigida e qualche volta mettevo in dubbio certi atteggiamenti. Invece no. Oggi credo che una richiesta di aiuto non debba mai essere negata.