Ieri sera sono rimasta direttamente nella scuola visto che i bimbi avevano avuto lezione fino alle 19.30. A piccoli gruppi sono arrivati ” i Vecchioni” cioè, i coristi del Piccolo Coro di qualche secolo fa. L’atmosfera era già familiare o forse sono io che la sento così quando li incontro. A grappoli siamo entrati nella scuola e questa volta avevamo i testi stampati per tutti. Ogni faccia, un pezzo di vita trascorso insieme: su qualche praticabile a cantare, su qualche pullman a viaggiare, in qualche avventura condivisa, chi per qualche anno, chi per tutta la sua infanzia. Mia sorella non doveva venire ma alla fine anche lei non ha resistito a perdersi una tale parentesi di pura gioia. Così tutti pronti, siamo saliti sul praticabile nell’aula della scuola, legati con grossi nodi dalle note di quelle canzoni ripetute chissà quante volte in passato e partecipi al nostro viaggio nel tempo.È difficile riuscire a spiegare con le parole quale sia il linguaggio della musica, di un coro, di una forte energia che si sprigiona e avvolge di benessere. Proprio così, mi sentivo avvolta di benessere mentre potevo tornare in quella me spensierata, leggera e urlante di musica.