Non ho mai capito chi snobba le discoteche forse perché a me sono sempre piaciute e ne ho frequentate una marea: dall’Art Club nel 1987 all’Alibi, il Matis, l’Euforia poi les Bains Douches, il Living, il Ruvido, il Vallereno, le Grotte, il Bollicine, il Fresh, il Vaniglia, il Cap Creus, il Kinki e chissà quante altre…
Il problema è che dopo una serata ci vogliono dei giorni per riprendermi…
E l’euforia nasce già dai primi accordi con l’amica, il vestito da indossare, l’idea di incontrare persone e quella sensazione di leggerezza che mi fa stare bene.
La disco è il mio parco divertimenti perché la gente è vestita a festa, l’intenzione di divertirsi è la stessa per tutti e la musica alta s’infila sotto alla pelle. Ma la protagonista assoluta e è la “voglia di ballare” ed io posso farlo instancabilmente per ore, entrando in quella dimensione liberatoria. Perché ballare fa bene e non me ne importa se la pista è semivuota, quando la musica mi piace.
Quando ballo muovo tutto quello che ho dentro.