Stamattina abbiamo fatto un giretto lungo la spiaggia: io, mamma e papà.
Il mare aveva un colore strano ed io preferivo camminare sui sassi.
Arrivati alla fine dello stabilimento, siamo arrivati al capanno di Licio. Spesso papà l’ha nominato.
Stava lambiccando ad un ombrellone con un’espressione accigliata che è sparita appena papà gli ha detto di volermi presentare. Mi ha stretto la mano con umanità, guardandomi negli occhi. Il signor Licio si occupa del rimessaggio delle barche. A fianco alle varie imbarcazioni, ha costruito un piccolo capanno pieno di cose interessanti. Proprio davanti, capeggia “Lo Spirito del Mare”, una scultura in argilla modellata dalle sue mani. Come ogni forma d’arte a seconda di chi la osserva si vedono e si provano cose diverse. La prima che ho notato è stata che era asessuata, infatti il signor Licio me l’ha confermato. L’assenza delle mani mi ha ricordato la zampa di un’animale e il viso, sembrava proprio di uno spirito.
Poi mi ha fatto entrare nel capanno per guardare meglio. C’erano radici di legno appese come lampadari,
due sue creazioni dipinte su pannelli ed una variopinta costruita dalla moglie con pezzi di polistirolo.
All’interno c’era una piccola cucina e nonostante fosse solo un capanno, dava l’impressione di un posto accogliente tra cuscini, stereo, gingilli, reti da pesca e frange di palme. Sul retro ho visto una vasta gamma di piante e piccoli angoli poetici.
Poi gli ho chiesto se potevo scrivere qualcosa di lui sul mio blog e ha trascritto il nome su un pezzo di carta e mi ridendo ha spiegato che nella sua pagina Facebook si è definito il corsaro nero della spiaggia dei gabbiani!
Così ho avuto meno imbarazzo a chiedergli da quanto tempo è lì e come ci è capitato e mi ha raccontato di esserci finito per caso, grazie a Stefano, il bagnino che gestiva il bagno fino ad un paio di anni fa. Ha parlato dei suoi acciacchi alla schiena che dimentica in fretta appena passano, trascurandoli. E poi ha ricordato quando, qualche anno fa, cantavano in compagnia mentre papà suonava la chitarra con tutti i suoi spartiti ricopiati.
Poco dopo è arrivata la moglie ma era visibilmente arrabbiata quindi abbiamo cambiato aria. Forse è stato meglio così, visto che avrei voluto fargli ancora domande ma rischiando poi di diventare invadente…