L’altra sera ero in giardino e mentre cucivo con la luce puntata sulle mani un sacco di juta, papà parlava di un sacco di cose.
Non so come sia nato il discorso ma mi ha raccontato di quando lavorava in banca e dopo tanto studio diventò funzionario, passando tra i primi dieci. Fu sottoposto ad un esame da una commissione, con domande tipo: “Ci dica che cos’è la banca” e la sua risposta ripescata da un proverbio napoletano detto da un amico fu gradita. Poi il collega che gli annunciò che ce l’aveva fatta e il festeggiamento con la famiglia al mare, perché lo stipendio sarebbe raddoppiato…E  le giornate di lavoro in quell’ufficio estero in banca, dove non voleva finire nessuno con tutte quelle procedure, le leggi da consultare, le telefonate con tre chiamate in linea, i fogli a modulo continuo, i fax e quello sbaglio di un collega durato tre anni. Quindi, quelle due settimane a Udine in cambio di un nuovo ufficio al ritorno, mai avuto.
Nel frattempo fece due esperimenti per vedere la luce e disfarsi di quel lavoro pesante come un macigno. A mio padre piace la natura e la implicò in entrambi i suoi tentativi di fuga.
La prima volta costituì la “Ge – Pa Worms” una ditta individuale che produceva humus. Fece tutto da solo, costruendo delle enormi vasche di cemento sopra un pezzo di terra in campagna, dove quantità infinite di lombrichi si dimenavano. Un giorno, i contadini della casa vicina, gli offrirono dei borlenghi e molto calore, avendo osservato quel lavoratore accanito e solitario. Appena usciva dall’ufficio saliva sul suo Ciao e raggiungeva il tesoro, a Lavino di Mezzo. I piccoli vermi erano dotati di ogni comfort, considerando l’enorme tendone di copertura e le luci che si accendevano appena scendeva il buio. Ricordo le buste trasparenti di humus, ammonticchiate nel salotto di casa. Per due anni papà scavò, raccolse, sudò e ci credette fino ad un mattino di febbraio in cui, dopo una grossa nevicata, trovò il tendone crollato insieme al suo piccolo progetto.
La seconda volta, pensò di allevare galletti insieme ad un amico che, come lavoro, trasportava pulcini con mortalità zero. Tra le risate ha ricordato il giorno in cui dovettero recuperarli tutti mentre scappavano ovunque. Ma anche questo piccolo progetto morì, insieme ai poveri galletti.
Infine, persino l’idea di aprire uno studio poteva essere una via d’uscita, ma svanì con la morte di uno degli aspiranti soci. Quindi si mise l’anima in pace e decise semplicemente di andare in pensione. Poi fece altri lavoretti perché fermo non poteva stare.

Ma sono tante le cose che non si sanno delle persone che meglio conosciamo, per una strana contraddizione.