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Da qualche giorno mia figlia si è messa in testa di voler cambiare cellulare.
Nonostante le peripezie della Cina, nonostante l’acquisto così recente, si è intestardita che vuole il mio.
Certamente si sarà fatta anche influenzare da varie amicizie che hanno ereditato il cellulare dai genitori (che magari hanno regalato per poter rinnovare il loro…).

Sta di fatto che io ho un I PHONE 4S ricevuto in regalo per i miei 40 anni.
Ci sono affezionata anche se so che è stupido.
Sinceramente non sfrutto quasi nessuna delle applicazioni disponibili perché uso quasi sempre le stesse.

Le motivazioni che mi ha sfagiolato mia figlia sono che è più semplice da utilizzare rispetto al suo (un Samsung) e che ne preferisce l’estetica.
In realtà credo che il motivo principale sia il suo nuovo bellissimo mondo, quello più importante: gli amici.
Quindi, al solito, mi ritrovo a dovermi rapportare con “l’intorno”.
Sono sempre stata una grande sostenitrice del ragionare con la propria testa ma alcune volte sono io la prima a doverla usare. Infatti, la sua richiesta, a pensarci bene, l’ha fatta su un cellulare ormai vecchio che ha un valore effettivo di 70€ offrendomi il suo che ha caratteristiche ben maggiori.

Perché ho sempre pensato che non è giusto che una ragazzina di dodici anni possa avere un I PHONE come cellulare ma in questo caso stiamo parlando di un oggetto datato.

A parte queste considerazioni, sto osservando il suo modo di raggiungere l’obiettivo che per me vale più dell’obiettivo stesso.

La prima cosa che noto sono la costanza e la gentilezza nel chiedermelo, ripetute volte al giorno, di persona e tramite messaggini.
Poi la disponibilità con cui sta cercando di spiegarmi tutte le caratteristiche del suo cellulare facendo leva sulle mie preferenze (tipo la risoluzione delle foto, i colori nelle scritte..).
Infine l’ingegno e la buona volontà: dopo una ricerca al pc, mi ha consegnato quattro pagine “scritte a mano” di tutte le peculiarità elencate in modo ordinato.

E se c’è una cosa che mi stupisce tanto dei miei figli, è il potere che hanno di farmi vedere le cose con un’ottica nuova.
Io così legata al mio cellulare, come un bambino al proprio gioco preferito, mi sono resa conto che in fondo è solo un oggetto che non ha bisogno di nessun affezionamento.
Come posso insegnare a mia figlia a non legarsi alle cose se sono io la prima a farlo?
Non dico di non darne valore ma nemmeno di attaccarcisi eccessivamente.

Quindi, ci sto pensando a questo scambio…