Ci sono cose della mia ignoranza che accetto, altre che mi fanno inorridire. Una di queste riguarda un fatto accaduto ieri.
Parlando della Cina, ho scoperto che da circa quarant’anni è stata imposta la nascita di un solo figlio per famiglia.
Da Wikipedia:
“La politica del figlio unico è stata una delle politiche di controllo delle nascite attuata dal governo cinese nell’ambito della pianificazione familiare per contrastare il fortissimo incremento demografico del paese”.
Sono rimasta sconvolta e non potevo credere ad una simile dittatura.
Poi ho iniziato a pensare alle conseguenze di questa imposizione fatte di barbarie clandestine e solitudine. Pensare ad un paese composto da figli unici è incredibile anche a livello psicologico.
Tutte queste persone non hanno potuto condividere né provare la fratellanza con tutte le sue sfaccettature.
E le madri hanno avuto una sola possibilità per godere della maternità, così come i padri della paternità.
Non hanno potuto misurarsi con altre esperienze, ma soprattutto “non hanno potuto scegliere“.
Ieri questa legge è cambiata , a fronte del calo e dell’invecchiamento della popolazione cinese.
Proprio ieri.
Questa è una notizia meravigliosa che coinvolgerà e sconvolgerà le nuove famiglie cinesi.
La situazione è molto peggiore.
Le mamme in attesa del secondogenito sono state sempre costrette ad abortire, con metodi barbari che spesso ha fatto morire le stesse madri per dissanguamento.
Neonati tenuti nascosti sono stati uccisi in perfetto stile Erode, affogandoli.
Ora, con l’arrivo dei secondogeniti, preparaiamoci ad una CIna da 2 Miliardi di abitanti, con ovvie ripercussioni su cibo ed inquinamento.
Pazzesco….
Tutto è iniziato con le politiche agricole di Mao.
Furono fallimentari, iniziò un vero periodo di carestia e vennero presi dei provvedimenti (anche per contrastare il boom demografico) per limitare le famiglie a 3 elementi, perché altrimenti il cibo non sarebbe bastato (in quel periodo la Cina aveva interrotto gli scambi commericali praticamente con tutti tranne che con l’URSS).
Grazie per l’approfondimento