Stamattina a messa osservavo i bambini. C’erano quelli assenti, quelli sempre in movimento, quelli chiacchieroni. Ho provato a cogliere un solo bambino in atteggiamento d’ascolto ma non l’ho trovato.
Questa cosa mi ha indispettita perché mi sono chiesta se sono l’unica a notare un fatto così evidente.
Con il poco tempo che rimane nel fine settimana, qual è il senso di un’ora trascorsa in questo modo?
A cosa porterà? Ad altre generazioni di bambini che appena potranno smetteranno di frequentare la chiesa.
Ma perché la chiesa non fa nulla per cambiare le cose?
Servirebbe un’altro modo di trasmettere valori e parabole, in una lingua più comprensibile, dentro ai fatti dei nostri giorni.
Occorrerebbero delle guide spirituali, degli esempi da seguire.
Per me la messa è un momento per riflettere, per ricercare la bontà perduta durante la settimana, per trovare nuove risposte.
Ma ci sono molte domeniche in cui uscirei a metà messa sbattendo la porta.


quando ero piccolo mia nonna mi accompagnava in chiesa, conosceva le preghiere e cantava i canti… attorno a me vedevo un sacco di gente, poca partecipava…
fuori dalla chiesa prima e dopo osservavo ancora quelle persone, tutti vestiti con abiti eleganti e raffinati, e tutti a parlare indicare questo e quello, raccontare di nascosto i fatti dei presenti..
se non si parlava del prossimo c’era la gara per la beneficenza pubblicitaria, se in chiesa entrava qualcuno di “trasandato” o magari passava nei dintorni prima o dopo questi signori ben vestiti si schifavano..
e poi a Pasqua e a Natale il numero di presenti aumentava in modo esponenziale…
un pò come è successo per i cimiteri…
questo osservare mi ha portato a smettere di credere nella chiesa, nei fedeli, nel senso di tutto questo.. se attorno a me vedo persone che fanno le cose tanto per fare o perchè le fanno i loro simili io mi allontano, fuggo da quell’ambiente…
non dico sia giusto ma non sopporto le cose fatte in direzione del prossimo.. e non per una reale motivazione personale…
ho perso la fede nel senso delle persone, del rito, non ho perso la fede in qualcosa di più grande, non voglio dargli un nome, non voglio identificarla ma non voglio nemmeno fare azioni tanto per farle per dare all’esterno l’immagine di me che non rispecchia quello che sento al mio interno…
non dico sia giusto, ma mi andava solo di raccontare questa mia personale realtà..
Io credo che tanto nasca da lì: “quando ero piccolo…”
Io la religione l’ho vissuta in modo molto intenso, grazie agli insegnamenti e agli esempi di una piccola grande donna: Mariele!
sì, ne sono più che certo anch’io…
E’ un argomento che io ho molto a cuore, e che non sarebbe trattabile in un post o in un commento. Quante cose non condivido a livello di rituali religiosi e di dogmi! Tuttavia continuo a credere che sia importante avere le nostre radici all’interno di un contesto cattolico, per poter portare avanti quei principi religiosi (comportamentali, etici) su cui si fonde la nostra società e, individualmente, il nostro ‘io’.
Facile contestare il dilagare di altre religioni, se poi noi non la difendiamo né negli atteggiamenti né nel pensiero. La Chiesa dovrebbe modificare il suo apporccio, ma anche noi – nel nostro contesto familiare – possiamo fare molto di più.
Ciao
Kikkakonekka
Credo che il contesto familiare sia il primo a dover fare qualcosa. Soprattutto partendo da noi stessi…
E con il buon esempio