Ho passato giorni di silenzio in cui non avevo voglia di scrivere perché dovevo digerire tutte le sensazioni che mi hanno attraversato.
Grandi entusiasmi alternati alla paura della solitudine che poi solitudine non è.


Ancora continuo a conoscermi, osservandomi da quello che scrivo guardandomi da lontano. Come quando la vista è stanca e occorre allontanare il soggetto.
Scopro di essere una persona che s’immerge nelle esperienze, che non si risparmia, senza pensare alle conseguenze.
Come in altre occasioni, mi accorgo che non sono capace di gestire i conflitti che, nella vita sono inevitabili.
Noto che ho sempre bisogno di conferme che non si limitano alle persone importanti ma che devono essere estese a tutte le persone circostanti.
Queste manie di protagonismo rivelano una personalità fragile.
Ma voglio imparare a dosarmi e a custodirmi di più.
La mia spasmodica ricerca della verità e della giustizia deve maturare nei tempi e nei luoghi giusti.
Forse trovando questo equilibrio potrò ritrovare la mia gioia vitale che in questo giorni mi è stata alla larga.

IMG_0548.JPG