Mi piacerebbe riuscire a staccarmi dalle cose con disinvoltura e invece non ci riesco, è più forte di me.
Se potessi terrei tutto come un piccolo museo ma lo spazio non basta mai.
Faccio un po’ come i poeti che personificano gli oggetti, perché dietro ad ogni vissuto intenso, nasce poesia.
Tutti questi pensieri per un pezzetto di camera: due semplici lettini, che hanno accolto i miei figli in questi anni e due comodini sempre pieni di cianfrusaglie, che finiranno in vendita in un magazzino.
Venerdì sera prima di andare a dormire abbiamo fatto molte foto dei bimbi sui loro letti in tante pose.
E mi si stringe il cuore a pensare alle mille cose che sono passate lì sopra e lì dentro, come: “le coccole, i riposini pomeridiani, la scelta dei pupazzi, le chiacchiere sussurrate e tanti anni della nostra crescita reciproca.
E quel buco nella testata del letto di Zucchetto che gli diede un calcio di rabbia…
Sabato mattina è iniziata l’avventura tra smontaggio, confusione fuori e dentro, viti, urli, spostamenti e fatica.
Ma per crescere si deve guardare avanti senza scordare però il proprio passato.


E’ venuta proprio bene! Anche io ero come te, una fatica mostruosa a staccarmi dalle cose, poi 2 traslochi (dolorosi) in 3 anni e un passaggio dei ladri e ora ho davvero perso qualsiasi interesse per gli oggetti. Va bene così, avete una nuova stanzetta per bimbi più grandi, pagata pochissimo 😉 , da riempire di ricordi.
😉
Gli oggetti, anche i più banali fanno parte del quotidiano e vivono di vita propria. Non è un caso che uno vi veda riflessa la propria esistenza. Dura separarsi, come da uno specchio…gli oggetti sono come noi li percepiamo.
Io sono sempre allo specchio!😜
abbiamo lo stesso copripiumino… ikea style… 🙂
🙂