Mi è capitato di leggere un articolo che parlava di una madre. Si lamentava del fatto che l’inserimento all’asilo sia una cosa esageratamente complicata. Asseriva poi che se in Italia ci sono dei bamboccioni è anche grazie a tutte queste campane di vetro.
Io non sono d’accordo.
Quando leggo queste cose percepisco una sorta di “fastidio” legato al fatto che la cura per un bambino richieda tempo e attenzione. Tempo e attenzione da togliere alle proprie cose.
Ma quando un bambino è piccolo ha bisogno di noi, non esistono giustificazioni. L’indipendenza si fonda sull’autostima ed il cerchio si chiude sempre allo stesso modo. Più seguiremo i nostri figli da piccoli e prima diventeranno indipendenti. Ma bisogna mettere in conto che per un po’ il nostro tempo diventerà il loro. L’accudimento di un figlio si nutre di cibo per il corpo e per la mente.
Spesso invece i Bamboccioni sono proprio quelli che fin dai primi mesi di vita sono stati sballottati come pacchi postali da un posto all’altro. Gli stessi che non hanno potuto imparare la differenza tra il buono ed il cattivo, il bello ed il brutto attraverso le emozioni. Proprio quelli che hanno una concezione dell’amore distorta. Perché l’amore è fatto di cura, costanza e spesso sacrificio.
Ho come l’impressione che questi generi di mamme che tanto denigrano la psicologia, in realtà la temano.
Concordo sul fatto che il regalo più grande che possiamo fargli è l’indipendenza ma per raggiungerla servono tempo, attenzione e amore.
Perché fregarsene è più semplice.
D’accordo al 100% ma quando tento di spiegarlo io spesso mi sento rispondere: “si va beh, comoda tu che ti sei licenziata, io DEVO lavorare e quindi non posso stare dietro a miei figli. Allora cosa pago l’asilo per fare?”
Tanta confusione dentro la testa delle nuove mamme, a me sembra, e nessuno che sia più disposto a sacrificare nulla per il prossimo…ma in generale, non solo le mamme o i papà verso i figli. Questo sì che fa più paura della psicologia…
Difficile da capire…
…tanto glielo cresce la tata a lei il figlio….
S.O.S TATA!!!!
per altro… mi chiedo come mai abbia scelto quella scuola.
Immagino che a milano ce ne siano di diverse, ci sia scelta, ci siano scuole pubbliche e scuole private, immagino che prima di scegliere in quale scuola mandare il proprio figlio uno si informi su come funziona quella scuola o asilo che sia, quali siano le regole e le gestioni della stessa… ma forse mi sbaglio?? magari si sceglie perchè l’amica manda li il proprio, perchè il figlio del titolare fa quella scuola, perchè qualcuno l’ha consigliata… tutte scelte che si dimenticano di un piccolo particoalare…. di chi dovrà frequentarla…
Osservazione acuta
magari avendo un bambino/a così indipendente ha fatto scegliere a lui/lei…. 😉
non è del tutto sbagliato ciò che dice, ma il contesto…. mi lascia serissimi dubbi…
Possibilissimo. È un atteggiamento che noto in molti genitori che confondono molto bene i ruoli.
la cosa peggiore che li confondono e poi magari si lamentano pure..
Alcuni hanno la pretesa che siano i figli stessi a porsi dei limiti…
credo che in alcuni casi potrei essere uno di quelli, ma più avanti con l’età… e non sono certo sia una cosa molto giusta, però ho tempo per lavorare su me stesso… 🙂
😉
e sull’indipendenza non so… si fa presto a regalarla… a 10/12/14/16 anni dai le chiavi di casa, qualche soldo e via… eccola l’indipendenza…
sembra che quella signora consideri l’indipendenza come buttarli li nel mare, se sopravvive è degno di esser tuo figlio se annega…. la vita non è così algebrica secondo me…
io credo che il più grande regalo che possiamo fargli sia abituarli a pensare…sempre!!!!
dubitare di tutto, mettere in discussione, farsi domande, osservare, cercare risposte..
ad usare la loro testa e a decidere prendendosi carico di ciò che succede dopo nel bene e nel male…
Ma certe cose s’imparano solo con l’esempio…
Spesso, specialmente in questi tempi, sono i genitori ad essere immaturi/bamboccioni. Allegri 40enni più dediti allo smartphone che all’attenzione per il mondo che ci circonda.
Per il figlio ci vuole tempo, ed anche tanto.
Concordo inoltre con l’osservazione di Erik.
Ciao
Kikkakonekka
Devo ammettere che anch’io faccio parte di quella schiera di 40enni con lo smartphone sempre in mano…ossessivamente a scrivere e fotografare….!!!!!
Sono molto d’accordo con la tua analisi: pure io mi sono infastidita leggendo quell’articolo e ho seguito il link dal tuo commento. Innanzitutto uno dei problemi che abbiamo in Italia, al di là dei bamboccioni o dell’indipendenza che sia, sta nel dare sempre meno credito alle istituzioni scolastiche e alle insegnanti. Cosa su cui la signora Monica Ricci Sargentini si prodiga nell’articolo.
Se esistono delle regole poco importa il motivo per cui sono state elaborate da persone competenti in materia, lei ne sa di più, sa che non è necessario fermarsi. D’altro canto la scuola privata inglese che può permettersi con lo stipendio super che la porta a Londra nei momenti più impensati, le dà pure ragione.
Quell’articolo molto poco razionale, mi è sembrato il maldestro tentativo di una madre di giustificare le priorità date a altro rispetto ai figli (liberissima di farlo, per giunta). Il maldestro tentativo di eliminare il fatto che i nostri figli, quando sono piccoli, soffrono il distacco e che superarlo li aiuta a crescere, ma che sempre di distacco si tratta.
E sì, io sono una di quelle madri di futuri “bamboccioni” che si è presa dei giorni di ferie per stare mezzora al giorno, all ‘asilo, insieme a mia figlia che giocava serena. Senza friggere.
Credo che questo l’aiuterà a sapere non tanto che l’asilo è un luogo turpe da cui proteggerla, ma che mi interesso alla sua vita, che mi piace condividere con lei le sue scoperte e che un giorno, matura e autonoma, la saluterò sorridendo mentre correrà libera per le strade del mondo.
Belle “le strade del mondo!!!”
Buongiorno Zuccazoe,
questa mamma è troppo presa dal suo lavoro per capire che i suoi bambini hanno bisogno di lei. E’ fondamentale l’inserimento con i genitori la prima settimana di nido! i bambini sono piccolissimi e, anche se per pochi minuti, devono sentire il profumo e l’affetto della mamma così che quel calore non li faccia sentire soli durante la giornata.
Che peccato quando scrivono questi articoli… si è chiesta cosa vorrebbero i suoi due gemellini? Farebbe bene a pensarci…
Per me sono molto piccoli anche alla materna e faccio parte delle mamme contro l’asilo nido.
“Crescere un figlio è dura! I figli ti succhiano tempo ed energia! se vuoi fare la madre…altrimenti li puoi mettere al mondo comunque, crescono lo stesso: anche i cani randagi sopravvivono…”
Questo mi ha sempre detto mia madre. E’ vero: è dura. Non pensavo così tanto.
Nemmeno io.
Ciao, sono d’accodo in pieno con te! Così ti ho anche nominata top of the post della settimana sul nostro Blog:
http://www.genitorialmente.com/2014/09/top-of-post-2.html
Ciao
Flavia
Ciao Flavia, grazie per la nomination! Spero di incontrare i pensieri di nuovi blogger.
Ciao!
Grazie è sempre un piacere ricevere apprezzamenti ma che sia ben chiaro che accetto anche le critiche!
A mio parere quella mamma ha toni fin troppo infastiditi, però è anche vero che i tempi negli asili sono forse un po’ esagerati o per lo meno io ho sempre visto i miei nipoti non aver bisogno di tutto quel tempo per adattarsi così come lo stare vicino ai figli consiste anche nel parlare con loro, domandare come è andata, se l’asilo è piaciuto, con quale bambino hanno fatto amicizia, se qualcuno è un po’ prepotente e così via… Penso che tra dover passare tutto quel tempo coi bambini che sono facilmente adattabili e sballottarli come un pacco postale esista la giusta via di mezzo.