Che cosa succede se non si conosce la storia? Che cosa si può capire di un museo?
Per come sono fatta io che, se non conosco le cose mi ci allontano, ho trovato un modo per apprezzare l’arte.
Ho realizzato che per capire la bellezza bisogna cercare e trovare dei particolari che piacciano anche senza sapere che cosa siano.
Poi si può sempre approfondire.
Quando entro in un museo, mi pongo all’altezza dei miei figli ed insieme a loro provo a capire ciò che vedo.
Ieri gli zucchetti hanno storto il naso quando abbiamo varcato la soglia del museo ma appena è iniziato “il gioco dell’aquila”, la visita è diventata interessante.
Avendo notato tutte queste aquile presenti in ogni stanza del palazzo, ho pensato di giocare al loro ritrovamento.
Poi il gioco si è allargato agli indovinelli generici sugli arazzi.
I miei commenti a certe immagini, infastidivano Zucchetta che appena voltavo l’angolo non faceva che imitarmi con suo fratello…
e queste erano le mie frasi ridicole, tipo: “Ma guarda questo con che faccia tranquilla si guarda questa testa staccata…poi dicono che ora ci sono dei pazzi in giro ma anche una volta..”
“Ma come avranno fatto ad intarsiare questi legni? Quanto tempo ci avranno messo?”
“”Che cos’è quella testa sotto al piede? Un’aquila o un drago?”
“Avete visto lo scudo che urla?”
“Ma quei due sono nani?” e Zucchetta: “Noooo, non vedi che sono in ginocchio?!”
“Hai visto la signora cieca che impressione?”
E poi non so quanto abbiamo riso di fronte ad un paio di statue senza braccia…
Infine davanti al dipinto più famoso è bastata la sua luce per comprenderne la particolarità.
Sicuramente le mie non sono pillole di cultura ma semplicemente tentativi di avvicinarli all’arte in un modo discutibile.
Certo è, che passare un pomeriggio in uno dei tanti parchi di divertimenti plasticosi e americaneggianti, non ha bisogno di nessuno sforzo di coinvolgimento.


Ottima educatrice, madre incessantemente attenta.
Un bel modo di affrontare l’arte.
Craig Armstrong – Glasgow love theme
Non esagerare sennó mi monto la testa!