Al mattino, non troppo presto, siamo partiti.
Tutta la famiglia al completo, gatto compreso.
Ci piace portarlo con noi e anche lui sembra gradire.
Tempo discreto.
Abbiamo scelto la strada più lunga ma anche quella più bella.
Destinazione: Firenze.
Indossati i polsini per il mal d’auto è iniziata l’avventura.
Gli zucchetti erano gioiosi e tranquilli, in compagnia della “scaccianoia: la Psp.
Durante il viaggio abbiamo visto delle mucche, delle pale eoliche, dei giardini a terrazze ( citati da Zucchetta!) motociclisti e tanto verde.
Abbiamo letto il significato della Festa della Liberazione con relative domande a tappeto.
Arrivati a Firenze i bimbi hanno fatto un giro su una ruota panoramica.
Poi senza tanti progetti ci siamo incamminati lungo l’Arno con quell’allegria che nasce quando si esplora un posto nuovo.
Ci siamo immersi nella macchia di gente affamati e spaesati.
Pranzo in un bar con un panino.
Poi giro nella piazza del Duomo dove siamo entrati a turno nella chiesa, a causa del micio.
Durante l’attesa io e Zucchetto abbiamo conosciuto un signore ambulante chiacchierone.
Era simpatico, con un naso lungo lungo che sembrava quello del Pinocchietto marionetta che gli abbiamo comprato.
Era un vero atleta di salto con la chiacchiera, vista la sua varietà di argomenti.
Zucchetto voleva comprare un souvenir coltellino ma sono riuscita a deviarlo su una penna con inchiostro e pennino.
È stata una scelta dura e pure costosa. Volevamo visitare i giardini di Boboli ma non ci hanno fatto entrare per il gatto. Sgrunt.
Merenda con il gelato e passeggiate.
Abbiamo toccato la fontana del porcellino con monetina messa in bocca per superstizione. Passeggiato in qua e in là.
Era bello respirare quell’aria di spensieratezza, senza meta e senza orario.

Poi mi è venuta voglia di cercare le scarpe per la comunione di Zucchetta ma non era certo il posto giusto.
Nel primo e ultimo negozio in cui sono entrata, un paio di ballerine da bimba costavano 120€!
A Zucco è venuta l’idea di fare un passaggio all’outlet di Barberino del Mugello.
Finalmente ho trovato tutto: coprispalle bianco e ballerina. Zucchetta è a posto. !
Finito il giro nell’outlet alla velocità della luce, è riniziato il viaggio di ritorno.
Lungo le stradine tortuose, cercavamo una trattoria dove gustare una bella fiorentina ma o erano chiuse o prenotate.
Siamo arrivati fino a Monghidoro poi cena alle 21 passate!
Gli Zucchetti sono molto elastici, per fortuna!
Dopo in macchina, ho tenuto un po’ in braccio Pepe che si faceva coccolare come non mai.
Tornati a casa, distrutti, ci aspettavano i mucchietti di vestiti sul tavolo…!

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